Page 383 - Shakespeare - Vol. 2
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Non più di quanto ne sia stato ripagato.
PORZIA
Signore, siete il benvenuto in casa nostra,
come vi sarà mostrato, più che a parole, in altri modi:
quindi non mi dilungherò in cerimonie.
GRAZIANO
(a Nerissa)
Per quella luna ti giuro che mi fai torto!
In fede, l’ho dato allo scrivano del giudice.
Vorrei che fosse castrato chi l’ha ricevuto, amore,
visto che te la prendi tanto a cuore.
PORZIA
Una lite, di già? Di che si tratta?
GRAZIANO
Di un cerchietto d’oro, di un misero anello
che lei mi diede, con un motto
tale e quale alla poesia d’un arrotino
su un coltello, «Amami e non lasciarmi mai».
NERISSA
Perché parli del motto o del valore?
Mi giurasti, quando te lo diedi,
che l’avresti portato fino all’ora della morte,
e che sarebbe stato sepolto con te nella tomba.
Se non per me, per i tuoi ardenti giuramenti,
avresti dovuto averne riguardo e conservarlo.
Dato allo scrivano di un giudice! No, Dio m’è giudice,
non avrà mai peli in faccia lo scrivano che l’ha avuto!
GRAZIANO
Li avrà, se vive tanto da farsi uomo.
NERISSA