Page 386 - Shakespeare - Vol. 2
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BASSANIO
No, sul mio onore, signora, sull’anima mia,
non una donna l’ha avuto, ma un avvocato civile,
che m’ha rifiutato tremila ducati
e ha chiesto l’anello, che io gli ho negato
lasciandolo partire tutto dispiaciuto,
lui che aveva salvato la vita stessa
del mio caro amico. Che devo dirti, dolce signora?
Fui costretto a mandarglielo,
mosso com’era da vergogna e cortesia;
il mio onore non voleva macchiarsi
di tale ingratitudine. Perdonami, buona signora,
perché, per queste candele benedette della notte,
se tu fossi stata lì, credo che tu stessa m’avresti chiesto
l’anello, per darlo a quel degno dottore.
PORZIA
Che quel dottore non s’avvicini mai alla mia casa.
Poiché egli ha il gioiello che io amavo,
quello che tu giurasti di serbare per me,
io diventerò liberale come te,
e non gli negherò nulla di quello che ho,
no, né il mio corpo, né il letto di mio marito:
un giorno lo conoscerò, ne sono sicura. Non dormire
una notte fuori casa. Sorvegliami come Argo; 94
se non lo farai, se sarò lasciata sola,
per il mio onore, che è ancora mio,
prenderò per compagno di letto quel dottore.
NERISSA
Ed io il suo scrivano; quindi, sta’ bene attento
se mi lasci sola a custodir me stessa.
GRAZIANO
Bene, fa’ pure; ma attenta che io non lo prenda,
se no allo scrivano gli sciupo la penna.
ANTONIO