Page 355 - Shakespeare - Vol. 2
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Entra Shylock.
DOGE
Fategli largo, che ci venga davanti.
Shylock, tutti credono, e così credo anch’io,
che persisterai in questo perfido atteggiamento
fino all’ultimo atto; e poi si pensa
che mostrerai clemenza e compassione più strane
di questa tua strana crudeltà manifesta;
e laddove ora tu esigi la penale,
che è una libbra di carne di questo povero mercante,
non solo vorrai rinunciare all’obbligazione,
ma, toccato da umana gentilezza e benevolenza,
gli condonerai una parte del capitale,
considerando con misericordia le perdite
che di recente gli si sono accumulate sulle spalle,
tali da schiacciare un principe dei mercanti
e strappare commiserazione per il suo stato
a petti di bronzo e duri cuori di pietra,
a inflessibili turchi e tartari mai educati
ad azioni d’affettuosa generosità.
Aspettiamo tutti una risposta gentile, ebreo.
SHYLOCK
Ho informato Vostra Grazia del mio intendimento,
e sul nostro santo Sabato ho giurato di prendermi
la penale che mi è dovuta dall’obbligazione.
Se me lo negate, ne ricada il danno
sul vostro statuto e sulla libertà della vostra città.
Mi chiederete perché io preferisca prendere
una porzione di putrida carne anziché accettare
tremila ducati. Non risponderò a questo,
ma diciamo che è un mio capriccio. È una risposta?
E se la mia casa fosse molestata da un topo,
e a me piacesse dar diecimila ducati
per farlo avvelenare? Vi basta la risposta?
C’è chi non sopporta un maiale cotto a bocca aperta,
c’è chi dà in smanie se vede un gatto,