Page 335 - Shakespeare - Vol. 2
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al monarca appena incoronato. Allora sarà
come quei melodiosi suoni allo spuntar del giorno
che s’insinuano nell’orecchio del sognante sposo
e lo chiamano alle nozze. Eccolo che va,
con non meno nobiltà, ma con molto più amore,
del giovane Alcide, quando liberò la vergine
offerta dalla gemente Troia come tributo al mostro
marino: io rappresento la vittima,
gli altri, in disparte, sono le mogli troiane,
accorse con volti lacrimosi per assistere
all’esito dell’impresa. Va’, Ercole!
Vivi, e io vivo. Con molto, molto più sgomento
assisto io allo scontro di te che ti cimenti.
Una canzone mentre Bassanio fa commenti tra sé e sé sugli scrigni.
Dimmi dove nasce amore,
nella testa oppur nel cuore?
Come esso vien creato,
come è poi alimentato?
Rispondi, rispondi.
Dentro gli occhi è generato,
e di sguardi vien nutrito;
e così l’amore muore
nella culla dove è nato.
Per l’amor si suoni a morto.
Din don dan, qui suonate la campana.
TUTTI
Din, don, dan.
BASSANIO
Così possono le apparenze rivelarsi false.
Il mondo si fa sempre ingannare dagli ornamenti.
Nella legge, quale arringa per quanto corrotta e guasta,
insaporita da una voce aggraziata,
non nasconde la sua apparenza di male? Nella religione,
quale dannato errore non può una fronte austera