Page 336 - Shakespeare - Vol. 2
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benedire e comprovare con una citazione,
celando la grossolanità con un bell’ornamento?
Non esiste vizio così manifesto che non assuma
un segno di virtù nel suo aspetto esteriore.
Quanti codardi, i cui cuori sono falsi
come scale di sabbia, portano al mento
la barba di Ercole o dell’accigliato Marte;
ma se li guardi dentro, hanno il fegato bianco
come il latte. Costoro non assumono che le escrescenze
del valore per rendersi temibili. Considerate
la bellezza e vedrete che la si acquista a peso,
e in ciò si compie un miracolo di natura,
perché quelle che più se ne coprono più si fan leggere: 63
così quei serpenteschi riccioli dorati,
che fanno al vento tali capricciose capriole
in una bellezza finta, sono spesso riconosciuti
come il lascito di un’altra testa,
essendo nel sepolcro il cranio che li nutrì.
Così l’ornamento non è che l’insidiosa riva
di un mare pericoloso, la bella sciarpa
che vela una bellezza indiana; in una parola,
l’apparente verità di cui si vestono le epoche astute
per intrappolare anche i più saggi. Perciò, tu,
oro sfarzoso, duro cibo per Mida, non fai per me;
e neanche tu, pallido e volgare mezzano
tra uomo e uomo. 64 Ma tu, misero piombo,
che non prometti nulla e, piuttosto, minacci,
il tuo pallore mi muove più dell’eloquenza,
e qui io scelgo − la mia gioia ne sia la conseguenza!
PORZIA
(a parte)
Come svanisce nell’aria ogni altra passione:
dubbiosi pensieri, e precipitosa disperazione,
e tremante timore, e gelosia dagli occhi verdi. 65
Oh amore, sii moderato, calma la tua estasi,
misura e frena la tua gioia, trattieni questo eccesso, 66
troppo io sento la tua felicità, diminuiscila,