Page 338 - Shakespeare - Vol. 2
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così, tre volte bella signora, io qui me ne sto
altrettanto dubbioso se ciò che vedo è vero
finché non sia da voi confermato, firmato, ratificato.
PORZIA
Voi mi vedete, signor Bassanio, dove io sto,
tale e quale sono. Quantunque per mio conto
non avrei alcuna ambizione di desiderare
me stessa molto migliore, tuttavia per voi,
vorrei triplicare venti volte me stessa,
essere mille volte più bella, diecimila volte più ricca;
e solo per potermi elevare ai vostri occhi
vorrei, in virtù, bellezza, beni, amici,
superare ogni stima; ma la somma totale di me
è una somma da poco; diciamo, all’ingrosso,
è una ragazza senza istruzione, senza cultura, né esperienza,
fortunata in questo, di non essere ancora così vecchia
da non poter imparare; e più fortunata ancora
di non essere così sciocca da non saper imparare;
e fortunatissima, perché il suo docile spirito
si affida al vostro per esserne diretto,
come dal suo signore, governatore e re.
Ora io stessa, e ciò che è mio, a voi e a ciò che è vostro
ci consegnamo. Finora ero io il signore
di questa bella dimora, il padrone dei miei servi,
la regina di me stessa; e ora, proprio ora,
questa casa, questi servi, e questa mia stessa persona
sono vostri: del mio signore. Ve li do con quest’anello;
se mai ve ne separate, o lo perdete, o regalate,
ciò sia presagio della rovina del vostro amore
e dia a me il diritto di vituperarvi.
BASSANIO
Signora, mi avete tolto ogni parola,
solo il mio sangue vi parla dentro le mie vene,
e nelle mie facoltà c’è tale confusione,
quale si manifesta dopo un discorso
ben proferito da un amato sovrano