Page 343 - Shakespeare - Vol. 2
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creatura, che avesse forma d’uomo,
               così avida e smaniosa di rovinare un uomo.
               Importuna il doge giorno e notte
               e mette in questione la libertà dello stato,

               se gli negano giustizia. Venti mercanti,
               il doge stesso, e i magnifici del più alto rango
               hanno cercato di persuaderlo, ma nessuno
               può smuoverlo dalla malevola pretesa della penale,

               della giustizia, della sua obbligazione.



              GESSICA
               Quando stavo con lui, io l’ho sentito giurare
               a Tubal e a Chus, i suoi connazionali,
               che avrebbe preferito avere la carne d’Antonio
               che venti volte il valore della somma

               che lui gli doveva; e io so, mio signore,
               che, se la legge, l’autorità e il potere non lo fermano,
               sarà dura per il povero Antonio.



              PORZIA
               È il vostro caro amico che si trova in questi guai?



              BASSANIO

               L’amico a me più caro, l’uomo più gentile,
               lo spirito più buono e instancabile,
               nei suoi atti generosi, uno in cui
               l’antico onore romano più si mostra
               che in chiunque altro respiri in Italia.




              PORZIA
               Quale somma deve all’ebreo?



              BASSANIO
               Per me, tremila ducati.



              PORZIA
                               Soltanto?
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