Page 345 - Shakespeare - Vol. 2
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Entrano Shylock l’ebreo, e Solanio, Antonio e il carceriere.
SHYLOCK
Carceriere, tienilo d’occhio, non parlarmi di pietà,
questo è l’idiota che prestava denaro gratis.
Carceriere, tienilo d’occhio.
ANTONIO
Ascoltami, buon Shylock.
SHYLOCK
La mia obbligazione! Non dir nulla contro la mia obbligazione!
Ho fatto giuramento d’esigere la mia obbligazione.
Tu m’hai chiamato cane senza ragione,
ma, poiché io sono un cane, attento alle mie zanne.
Il doge dovrà rendermi giustizia. Mi stupisco,
tu maligno carceriere, che tu sia così stupido
da portartelo in giro a sua richiesta.
ANTONIO
Ti prego, lasciami parlare.
SHYLOCK
Esigo la mia obbligazione. Non voglio sentir parole,
esigo la mia obbligazione, e perciò non parlare più.
Non si farà di me un tenero idiota dall’occhio spento,
che scuota la testa, s’addolcisca, sospiri e ceda
all’intercessione dei cristiani. Non mi seguire,
non voglio parole, esigo la mia obbligazione.
Esce.
SOLANIO
È il cane più spietato
che mai abbia vissuto tra gli uomini.
ANTONIO
Lascialo andare,