Page 342 - Shakespeare - Vol. 2
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C’è qualche notizia di sventura in quel foglio,
che ruba colore al volto di Bassanio:
la morte di un caro amico, ché nient’altro
al mondo potrebbe così alterare l’umore
di un uomo equilibrato. Oh, di male in peggio!
Permettete, Bassanio, io sono per metà voi stesso,
e debbo avere liberamente la metà di ciò
che quella lettera vi reca.
BASSANIO
O dolce Porzia,
qui ci sono alcune delle parole più sgradite
che mai abbiano macchiato carta! Mia gentile signora,
quando la prima volta vi rivelai il mio amore,
vi dissi sinceramente che la mia sola ricchezza
mi scorreva nelle vene: ero un gentiluomo,
e vi dissi la verità; tuttavia, dolce signora,
anche nel valutarmi nulla, ora vedrete
quanto io mi vantassi. Quando vi dissi
che i miei beni erano nulla, avrei dovuto dirvi
che eran meno che nulla; perché in verità
io mi sono indebitato con un caro amico
e ho indebitato il mio amico con il suo peggior nemico,
per provvedere ai miei mezzi. Ecco una lettera, signora,
la carta è come il corpo del mio amico,
e ogni sua parola una ferita aperta
che getta sangue vitale. Ma è vero, Salerio?
Son tutte fallite le sue imprese? Neanche una a segno?
Da Tripoli, dal Messico e dall’Inghilterra,
da Lisbona, la Barberia e l’India,
neanche un vascello è sfuggito al terribile urto
degli scogli che rovinano i mercanti?
SALERIO
Non uno, mio signore.
Del resto, sembra che anche se avesse
pronto il denaro per pagare l’ebreo,
quello non lo prenderebbe. Mai ho conosciuto