Page 1846 - Shakespeare - Vol. 2
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Se volete vedere
una scena dal vivo, tra il pallido incarnato
dell’amore sincero, e il rosso ardente
del disprezzo altezzoso e dello scherno,
son quattro passi da qui, vi ci porto
se v’interessa.
ROSALINDA
Vieni, vieni, andiamoci.
La vista degli amanti è cibo per chi ama.
Portaci allo spettacolo.Vedrai se in questa recita
non mi dimostro anch’io un’attrice provetta.
Escono.
Scena V EN
Entrano Silvio e Febe.
SILVIO
Dolce Febe non fare così, non farlo Febe!
Dillo, non m’ami, ma non dirlo in modo
così amaro. Persino il boia, quello
che ammazza per dovere d’ufficio, e ha il cuore
di pietra per la vista continua della morte,
non fa cascar l’accetta sul collo umiliato
senza prima aver chiesto perdono. E tu vuoi essere
più cruda di chi passa l’esistenza nel sangue?
Entrano (inosservati) Rosalinda, Celia e Corin.
FEBE
Non voglio affatto farti da carnefice;
ti sfuggo, solo per non farti male.
Dici che nei miei occhi si legge l’omicidio;
ma davvero ti pare bello, ti par probabile,
gli occhi, le cose più fragili e morbide,
timidi, pronti a chiudere le porte