Page 1838 - Shakespeare - Vol. 2
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ORLANDO

          Ah, né poesia né prosa può dire quanto!



              ROSALINDA
          L’amore non è che pazzia, e credetemi, va trattato al buio con la frusta, come
          si fa coi pazzi. E sapete perché gli innamorati non son puniti o curati così?
          Perché  i  lunatici  sono  tanti,  che  pure  i  medici  sono  cotti.  A  ogni  modo,  io

          m’impegno a guarirvi con la persuasione.



              ORLANDO
          Ne avete già guariti in questa maniera?



              ROSALINDA
          Sì,  uno,  procedendo  così:  doveva  pensare  che  io  ero  il  suo  amore,  la  sua
          padrona.  E  io,  ogni  giorno,  lo  mettevo  lì  a  farmi  la  corte.  Durante  la  qual
          seduta,  visto  che  anch’io  sono  un  ragazzo  un  po’  lunatico,  mi  mettevo  a

          lagnarmi, facevo la femminuccia, cambiavo idea ogni minuto, mi facevo venir
          le voglie e gli facevo le mossette, avevo la puzza al naso, sparavo capricci e
          giocavo a far la scimmietta, frivoleggiavo, gli voltavo le spalle, tutto lacrime e
          sorrisi, fingevo un po’ tutte le emozioni e poi recitavo a sentir niente, perché i

          ragazzi  e  le  donne  sono,  per  la  più  parte,  bestie  di  questa  razza.  Ora  lo
          coccolavo, ora lo respingevo; prima facevo la gatta, poi lo mandavo a spasso;
          piangevo  per  lui  un  momento,  e  poi  gli  sputavo  in  un  occhio.  E  in  questa
          maniera portai il mio cascamorto dal pazzo umor d’amore a un vero umor di

          pazzia,  cioè  a  voltar  le  spalle  al  gran  flusso  mondano  per  vivere  in  un
          cantuccio meramente monastico. In questo modo lo guarii, e in questo modo
          m’impegno a farvi il fegato lindo come il cuore d’una pecora sana, e senza la
          minima macchia d’amore.



              ORLANDO

          Me, giovanotto, sarà difficile guarirmi.


              ROSALINDA

          E invece vi guarirò: voi dovete far solo questo, chiamarmi Rosalinda, e venire
          ogni giorno a farmi la corte alla mia capanna.



              ORLANDO
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