Page 1795 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1795

di’ pure quel che vuoi, vengo con te.



              ROSALINDA
               Ma dove andremo, dove?



              CELIA
               A cercare mio zio, nei boschi di Arden.



              ROSALINDA
               Ahimè, quale pericolo sarà
               per noi ragazze, un viaggio così lungo?
               La beltà tenta i ladri più dell’oro.




              CELIA
               Mi travesto da povera, da ragazza qualunque,
               mi sporco il viso con la terra d’ombra;
               tu fai lo stesso. E potremo viaggiare
               senza indurre nessuno ad assalirci.



              ROSALINDA

                               Ma non sarebbe meglio − son così alta −                 7
               che mi vestissi in tutto da uomo?
               Con il mio bravo coltellaccio al fianco,
               la lancia da cinghiale in pugno, e in cuore,
               sia pure, ogni paura femminina,

               avremo una facciata spacconesca e marziale,
               come fan tanti e tanti maschioni cacasotto
               che bleffano con le apparenze.



              CELIA
                               E come

               ti chiamerò, quando sarai un uomo?



              ROSALINDA
               Mi chiamerò non peggio del paggetto di Giove,
               quindi, attenta a chiamarmi Ganimede.
               E tu che nome vuoi?
   1790   1791   1792   1793   1794   1795   1796   1797   1798   1799   1800