Page 1778 - Shakespeare - Vol. 2
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ROSALINDA

          Ma allora come faremo a divertirci?



              CELIA
          Sediamoci, e canzoniamo quella brava massaia, la Fortuna, per farla scendere
          dalla sua ruota, e d’ora in poi farle distribuire i suoi doni con maggiore equità.



              ROSALINDA
          Magari lo potessimo! I suoi favori sono assai malriposti, e la cieca generosa

          sbaglia proprio di grosso nel favorire le donne.


              CELIA

          È proprio così: quelle che fa belle le fa poco oneste, e di quelle oneste ne fa
          proprio degli scorfani.



              ROSALINDA
          Ma  no,  così  tu  passi  dalla  funzione  della  Fortuna  a  quella  della  Natura:  la
          Fortuna presiede ai doni del mondo e non ai tratti della Natura.



              CELIA
          Sul  serio?  Ma  quando  la  Natura  ha  fatto  una  creatura  bella,  forse  che  la

          Fortuna non può farla cascare nel fuoco? La Natura può darci l’arguzia per
          beffarci  della  Fortuna,  ma  non  è  la  Fortuna  a  mandarci  tra  i  piedi  questo
          buffone per troncare il discorso?


                                                    Entra Touchstone.



              ROSALINDA
          Proprio così, in questo caso la Fortuna maltratta la Natura, perché spedisce

          questo scemo di Natura a troncare il gioco d’ingegno della Natura.


              CELIA

          Sì ma forse la cosa non è nemmeno addebitabile alla Fortuna, bensì proprio
          alla Natura. Lei s’è accorta che le nostre arguzie di Natura son troppo ottuse
          per  ragionare  di  queste  dee,  e  ci  ha  spedito  questo  scemo  di  Natura  per

          arrotarci sopra i nostri ingegni: giacché la scemenza del buffone è sempre la
          pietra su cui arrotare l’ingegno. Ehilà Cervellone, dove te ne vai?
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