Page 1773 - Shakespeare - Vol. 2
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OLIVER
(lo picchia)
Bada a te, ragazzo!
ORLANDO
(lo stringe in una morsa da lottatore)
Via, via, fratello maggiore, in questo sei troppo verde.
OLIVER
Mi metti le mani addosso, canaglia?
ORLANDO
Non sono una canaglia. Sono il figlio minore di Sir Rowland de Boys: lui era
mio padre ed è tre volte canaglia chi sostiene che un tal padre abbia messo
al mondo delle canaglie. Se tu non fossi mio fratello non ti toglierei questa
mano dalla gola finché l’altra non t’avesse strappato la lingua per ciò che hai
detto. Ti sei insultato da te.
ADAM
Cari padroni, calmatevi. Per la memoria di vostro padre, fate pace.
OLIVER
Mollami, dico!
ORLANDO
Solo quando lo voglio io: devi starmi a sentire. Nel suo testamento mio padre
ti aveva incaricato di darmi una buona educazione: tu mi hai allevato come
un contadino, tenendomi all’oscuro di tutte le qualità d’un gentiluomo. Lo
spirito di mio padre si fa sempre più forte in me, e io non tollero più la mia
situazione. E allora o mi dai un’educazione adatta a un gentiluomo, o mi dai
quella misera parte che mio padre mi ha lasciato per testamento; e con
quella andrò a cercare fortuna.
OLIVER
E cosa farai? Farai l’accattone quando sarà finita? Va bene, torna in casa. Non
ho intenzione di sopportarti a lungo; avrai una parte di ciò che ti tocca. E
adesso lasciami.