Page 1776 - Shakespeare - Vol. 2
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delicato, e per rispetto a voi mi dispiacerebbe buttarlo in terra, come dovrò
          fare per il mio onore se lui entra in lizza. Ecco perché per amor vostro son
          venuto  fin  qui  per  farvelo  sapere,  ché  forse  potrete  dissuaderlo,  o  almeno
          prenderla bene se gli capita qualche disgrazia: sarà lui che se l’è andata a

          cercare, e assolutamente contro la mia volontà.



              OLIVER
          Charles, ti ringrazio per l’amore che mi porti, e vedrai se saprò ricompensarti
          di cuore. Anche a me è giunta all’orecchio quest’intenzione di mio fratello, e
          sottomano  mi  sono  industriato  a  dissuaderlo,  ma  lui  è  irremovibile.  Te  lo

          debbo  dire,  Charles,  è  il  ragazzo  più  testardo  che  esista  in  Francia,  pieno
          d’ambizione,  invidioso  dei  meriti  altrui,  uno  che  da  vera  canaglia  trama  in
          segreto  contro  di  me  che  sono  suo  fratello  carnale.  Perciò  regolati  come
          meglio credi: spezzagli un dito o l’osso del collo, per me è uguale. Anzi, fai
          bene a stare in guardia; perché se gli fai poco danno, o se non riesce a farsi

          bello  a  tue  spese,  lui  cercherà  di  fregarti  col  veleno  o  d’intrappolarti  con
          qualche  tranello,  e  non  ti  darà  tregua  finché  non  ti  toglierà  la  vita  con
          un’insidia o con l’altra. Credimi, e te lo dico quasi con le lacrime agli occhi,

          oggi non c’è al mondo un altro così giovane e così perfido. E ne parlo da buon
          fratello perché, se dovessi analizzartelo com’è, dovrei arrossire e piangere, e
          tu dovresti sbiancare dallo stupore.



              CHARLES
          Son proprio contento d’esser venuto da voi. Se mi spunta davanti domani, gli
          do la lezione che si merita. Se torna a casa sulle sue gambe, non lotterò più

          per vincere. E così Iddio protegga vossignoria.



              OLIVER
          Addio, buon Charles. (Charles) esce. Adesso ci penso io ad aizzare il cucciolo.
          Spero di vederlo schiattare, perché la mia anima − e non so spiegarmene il
          motivo − non odia nessuno più di lui. Eppure ha un’anima nobile, non è mai

          andato a scuola eppure è istruito, pieno di nobili intenti, amato da persone
          d’ogni  rango  che  lo  trovano  seducente;  e  insomma  sta  così  a  cuore  alla
          gente, specie a quella di casa mia che lo conosce bene, che io ne ho perso la
          stima completamente. Ma non durerà a lungo, questo lottatore metterà ogni
          cosa a posto. Non mi resta che dar la carica al ragazzo, e lo farò subito.

                                                                                                           Esce.
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