Page 1742 - Shakespeare - Vol. 2
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per  buona  parte  del  suo  lungo  regno.  Contrariamente  a  quanto  avviene  nel  dramma,  non  fu
                 presente a Troyes, ma ne ratificò il trattato, che trasferiva la corona dal proprio erede, il Delfino
                 Carlo (poi Carlo VII) a Enrico V d’Inghilterra. Il Delfino del dramma è Luigi, morto prematuramente
                 nel 1417 (non fu presente a Agincourt). Il Duca di Berry è Jean de France (1340-1416), membro
                 della  famiglia  reale,  protagonista  di  complesse  transazioni  diplomatiche  durante  la  Guerra  dei
                 Cent’Anni e grande patrono delle arti. Il Duca di Bretagna è Jean V di Montfort (?-1442), fratellastro
                 di Enrico IV. Il Connestabile è Charles d’Alberet (o de la Bret), figlio di Re Carlo di Navarra e anch’egli
                 fratellastro di Enrico: comandante in capo delle forze francesi.

              55 II, iv, 25 Una “moresca” è una danza o sarabanda di tipo carnevalesco, i cui partecipanti danzano
                 in tondo, con facce tinte di nerofumo e adorni di nastri multicolori e campanelli. Vi figurano un re e
                 una regina (da burla) e un giullare armato di scettro (fantastically borne = “portato bislaccamente”).
              56 II, iv, 35 L’accento è ancora sulla pertinacia: decisioni ponderate ma, una volta prese, perseguite
                 inflessibilmente e sino in fondo. Qui Enrico esemplifica un elemento cospicuo del carattere nazionale,
                 che i francesi rilevano con riluttante ammirazione (vedi anche la famosa battuta sui mastini inglesi,
                 poco intelligenti ma testardi e indomabili, alla fine dell’atto III).
              57 II, iv, 38 Il “romano Bruto” è Lucio Giunio Bruto, che si fingeva ottuso per ingannare la vigilanza di
                 Tarquinio  il  Superbo.  Che  quella  del  Principe  Hal  fosse  solo  una  maschera  portata  con  fredda
                 deliberazione lo aveva dichiarato lo stesso Hal, scoprendo le carte all’inizio di 1-Enrico IV: come sarà
                 per Amleto, c’è del metodo nella sua follia.
              58 II, iv, 56 Il Principe Nero, Edoardo di Galles (o di Woodstock) (1330-1376) a Crécy aveva solo 16
                 anni. Fra i protagonisti della Guerra dei Cent’Anni, vincitore di Poitiers (1359) e Limoges (1370) si
                 dimostrò brillante condottiero ma pessimo politico nel governo dell’Aquitania, di cui fu principe per un
                 decennio (1362-72). È la seconda epica rievocazione di Crécy, nel dramma. Il “gigante suo padre” è
                 Edoardo III: l’iperbolica mountain esalta la grandezza del Re, come della modesta altura che funge
                 da osservatorio ai comandi inglesi.
              59 II,  iv,  87  Il  linguaggio  usato  riporta  al Pierce  Penniless  di  Thomas  Nashe  (1592),  che  bolla  certi
                 drammi  storici,  fra  i  quali  un  non  meglio  identificato Enrico V,  come  «presi  a  prestito  dalle  nostre
                 Cronache Inglesi, dove si fanno rivivere le gesta dei nostri prodi antenati, il cui lignaggio si perde nel
                 tempo  fra  ruvidi  bronzi  e  volumi  tarlati,  e  dove  essi  son  fatti  risorgere  dal  sepolcro  dell’Oblio,  e
                 portati a rivendicare le loro decrepite glorie nei pubblici teatri».
              60 II,  iv,  133  Le  palle  da  tennis  son  dette Paris  balls,  così  come  il  campo  da  gioco  è  a  volte  detto
                 France, poiché il tennis è stato importato dalla Francia. Laonde il gioco di parole su mistress-court,
                 dove mistress sta per “sovrana” e court è a un tempo “corte” e “campo da tennis”: la prima corte
                 d’Europa.
              61 II, iv, didascalia I rituali squilli di tromba annunciano che l’udienza è finita. Il Re di Francia vorrebbe
                 temporeggiare (come farà poi nell’ultima scena del dramma, al momento della firma del trattato di
                 pace),  ma  Exeter  ha  l’ardire  di  insistere  per  una  risposta  immediata.  Exeter  si  configura  come
                 personaggio duro e deciso: l’unico, fra i nobili inglesi, ad avere una fisionomia individuale. Gli altri sono
                 presenze intercambiabili e senza volto, e in qualche caso presenze mute.

              62 III  La  terza  apparizione  del  Coro,  con  la  descrizione  del  corpo  di  spedizione  inglese  −  vera  città
                 galleggiante  −  che  attraversa  la  Manica  con  vele  e  pennoni  al  vento,  rende  eloquente  tributo  al
                 miracolo  di  organizzata  energia  che  porta  un’intera  comunità  umana  a  sfidare  i  marosi,  e  nel
                 movimento stesso del verso riproduce il ritmo possente e inquieto, a onde lunghe, degli elementi − il
                 mare, il vento − dominati dall’uomo, che pure resta sino all’ultimo in balia di essi.

              63 III, 16 Secondo le Gesta essa constava di ben 1400 imbarcazioni.
              64 III, 31 Nella realtà storica, l’offerta del Re di Francia fu fatta al parlamento di Winchester nel giugno
                 1414, due mesi prima della spedizione. Nel dramma, è un’offerta in extremis.
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