Page 1739 - Shakespeare - Vol. 2
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una rude franchezza − sino al giocoso corteggiamento di Caterina a conclusione del dramma. Solo
                 nell’intervista col soldato Williams il Re si dimostrerà raziocinante e evasivo.
              27 I,  ii,  253  La  gagliarda  (galliard)  è  una  danza  rinascimentale  italiana  e  francese,  saltata,  in  tempo
                 ternario.

              28 I, ii, 262-267 Sei versi intessuti di giochi di parole, in cui la terminologia del tennis coincide con quella
                 della guerra guerreggiata e delle contese legali. Il tennis, diffuso e popolare fra i nobili, si giocava in
                 un cortile, fra quattro mura. Le mura a fondo campo erano segnate da fori (hazard, che significa
                 anche “rischio”, “azzardo”) in cui la palla doveva far centro. Se la si lasciava rimbalzare due volte,
                 era  un  punto  a  favore  dell’avversario  (chase,  che  significa  anche  “battuta  di  caccia”,  “disputa
                 legale”,  “inseguimento”  in  senso  militare).  Rackets  sono  le  racchette,  contrapposte  alle  palle  dei
                 francesi:  ma balls  sono  anche  le  palle  di  cannone,  a  cui  si  risponde  col racket  (“frastuono”,  e
                 “crepitio”) degli spari. His father’s crown è “la corona di suo padre” ma anche la moneta (couronne)
                 con l’effigie del Re, che costituiva la posta di ciascuna partita: “metterà a repentaglio la corona di
                 suo  padre”  equivale  a  metterlo  fuori  gioco  (into  the  hazard) . Wrangler  è  “un  avversario  duro  da
                 rodere”, ma anche un esperto cavillatore, o un arbitro al tennis (dove l’assegnazione dei punti era
                 oggetto di vivaci contestazioni). The courts sono i campi da tennis, ma anche le corti di giustizia e le
                 corti principesche. Il Re è qui alla sua prima prova di brillante oratore: l’eleganza del gioco verbale ne
                 controlla  il  feroce  sarcasmo.  E  il I  atto,  iniziato  come  al  rallentatore,  tra  conciliaboli  e  conferenze
                 politiche, termina con drammatica suspense, tra la sfida del Delfino e il crescendo del Re.
              29 II, 17 L’idea − destinata a durare tre secoli − che il primato della nazione britannica sia innanzitutto
                 un primato morale, appare già radicata fra i sudditi di Elisabetta. Anche le ironie del Re su this poor
                 seat of England, nella sferzante risposta al Delfino, riflettono l’orgogliosa coscienza della missione e
                 del ruolo di quello che, a confronto dei grandi stati nazionali di Francia e Spagna, è ancora un piccolo
                 paese,  un’isola  («pietra  preziosa  incastonata  nell’argenteo  mare»  −  per  dirla  con  John  of  Gaunt,
                 che  in Riccardo II  esprime  in  una  famosa  orazione  la  fiera  consapevolezza  di  un’insularità
                 felicemente sposata alla grandezza morale).
              30 II, 27 I tre congiurati si proponevano di portare sul trono Edmund Mortimer, Conte di March, le cui
                 pretese alla successione erano più che fondate, e alla cui morte la corona sarebbe passata agli eredi
                 di Richard of York, creato Conte di Cambridge dallo stesso Enrico V.

              31 II, i La scena ha luogo in una strada di Eastcheap, nel cuore della vecchia Londra, presso la taverna
                 che al tempo della giovinezza dissoluta di Enrico era stata teatro delle imprese di Falstaff e della sua
                 masnada  di Irregular Humourists (“personaggi bislacchi”). Bardolfo figura già nella I  Parte  di Enrico
                 IV, il Paggio e Pistola vi compaiono nella II Parte: quest’ultimo conquista i favori del pubblico al punto
                 da  figurare  come  elemento  di  richiamo  nei  sottotitoli  di Enrico V.  Il  Caporale  Nym  è  invece  una
                 nuova creazione: lo rivedremo con Falstaff, Mrs Quickly e i suoi due compagni, nelle  Allegre comari
                 di Windsor. Mentre l’umanità di Mrs Quickly trascende i limiti della farsa, i tre uomini restano tipi da
                 commedia,  macchiette  definite  soprattutto  da  idiosincrasie  di  linguaggio.  La  loro  funzione  nel
                 dramma è di allentarne la tensione epica con le loro maldestre, piccole mascalzonate, dando vita al
                 consueto contrappunto comicamente antieroico.
              32 II, i, 9 In poche battute Nym definisce il personaggio: inoffensivo, fatalista, petulante e bizzoso, è
                 uomo  di  poche  parole,  o  comunque  aspira  a  una  laconicità  di  maniera.  I  suoi  intercalari  fanno  il
                 verso ad affettazioni verbali correnti.
              33 II, i, 15 Rest, nel gioco del primero, è l’ultima puntata, quella risolutiva.
              34 II, i, 29 Ora che Pistola si è “imborghesito”, comincia a far sfoggio di rispettabilità: i termini  host  e
                 hostess possono avere, in quest’epoca, connotazioni tutt’altro che rispettabili. Pistola si esprime per
                 lo più in versi. Il suo ruolo è quello del miles gloriosus della tradizione, codardo e spaccone, ma la
                 sua  grandiloquenza  è  puramente  elisabettiana:  parodia  del  linguaggio  eufuistico  e  barocco,
                 estremamente manierato, in voga fra i contemporanei, come della retorica di Christopher Marlowe.
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