Page 1736 - Shakespeare - Vol. 2
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Note







               1 Prologo Il Prologo, impersonato di regola da un attore paludato in un mantello di velluto nero, figura
                 di  rado  nel  dramma  elisabettiano.  In  Shakespeare  il  Prologo  compare  in 2-Enrico IV,  Enrico VIII,
                 Pericle e Troilo e Cressida, mentre in Romeo e Giulietta la sua funzione è affidata a un sonetto.
               2 Prologo, 13 this wooden O: il termine definisce la struttura circolare e lignea del teatro elisabettiano.
                 In  questo  caso  non  il  Globe  di  Shakespeare  (in  costruzione,  nell’estate  del  1599)  ma  il  Curtain
                 Theatre. Il termine wooden è di per sé riduttivo, come del resto cockpit (l’arena dei combattimenti
                 di  galli).  «Proprio  sottolineando  l’inadeguatezza  a  contenere  la  sterminata  campagna  di  Francia  in
                 questo “O” di legno che è l’edificio teatrale, il Coro crea la consapevolezza della funzione dell’illusione
                 scenica, impone lo spazio e l’azione scenica come unica realtà autentica: il Teatro si sostituisce alla
                 Storia, conferendole l’unica possibile dimensione umana» (G. Melchiori).
               3 Prologo,  15 “uno sgorbio da nulla” (a crookèd figure): gioco di parola centrato sul cerchio (“zero”,
                 “nullità”), crooked  (“curvo”,  oltre  che  “storto”),  ciphers  (“cifre”,  ma  anche  “nullità”)  e  account
                 (“somma”, ma anche “storia”, “racconto”).
               4 Prologo, 30 L’azione si svolge entro un arco di sei anni, dal 1414 al 1420.

               5 I, i La scena s’intende abbia luogo nella reggia di Londra (nella cronaca di Holinshed si parla invece di
                 Leicester  e  Kendworth).  I  due  prelati  sono  Henry  Chichele  (1362-1443),  fondatore  di  All  Souls
                 College,  Oxford  (già  legato  in  Francia  nel  1413,  e  Arcivescovo  di  Canterbury  dal  1414);  e  John
                 Fordham (?-1435), Vescovo di Ely dal 1382.
               6 I, i, 2 Enrico IV (1366-1413) salì al trono nel 1399. Si allude a una iniziativa dei nobili Lollardi volta a
                 espropriare i beni del clero, rientrata poi nel 1413. Enrico IV si era duramente opposto ai Lollardi, e lo
                 stesso Enrico V ne aveva represso un tentativo di insurrezione (gennaio 1414).

               7 I,  i,  22  L’anonimo  autore  di Vita  et  Gesta  parla  di  conversione  miracolosa,  Hall  e  Holinshed  di
                 ravvedimento:  Enrico  diventa  “un  uomo  nuovo”.  A  una  conversione  laica,  per  nulla  miracolosa,  il
                 poeta  ci  ha  preparati  sin  dalla I  Parte  di Enrico IV.  Essa  si  compie  alla  fine  della II  Parte,  con  la
                 sofferta  riconciliazione  di  Enrico  col  padre  morente,  la  sua  sottomissione  alla  maestà  della  legge
                 (impersonata dal Lord Chief Justice) e il pubblico ripudio di Falstaff all’atto dell’incoronazione. Adesso,
                 come da copione, egli ci presenta the mirror of Christendom: il perfetto re cristiano.
               8 I, i, 37 Alle immagini cristiane (mortificazione, esame di coscienza, cacciata dall’Eden e battesimo di
                 rinascita) si sommano quelle della classicità, associate alle fatiche d’Ercole (le stalle di Augia, implicite
                 nell’immagine  del  torrente;  la  lotta  con  l’Idra)  e,  più  sotto,  alle  imprese  di  Alessandro  (il  nodo  di
                 Gordio, che gli apre la via della conquista dell’Asia). Enrico non taglia i suoi nodi, li scioglie con gesto
                 sicuro: e viene qui proposto, oltre che come modello di re cristiano, come uomo del destino − quel
                 che gl’inglesi, stanchi di discordie civili, aspirano a vedere in lui.
               9 I, i, 67 Nella teologia protestante il “tempo dei miracoli” ha termine con la rivelazione di Cristo.

              10 I, ii Gloucester è Humphrey Plantagenet (1391-1447), quarto figlio di Enrico IV. Noto come “il buon
                 Duca  Humphrey”,  è  uomo  di  cultura  e  patrono  di  umanisti  italiani  e  inglesi.  Bedford  è  John  of
                 Lancaster (1390-1435), terzo figlio di Enrico IV. Personaggio di rilievo nelle due parti di Enrico VI, fu
                 uomo di notevoli doti militari e politiche: reggente alla morte di Enrico V, e artefice dell’alleanza anglo-
                 borgognona nella fase finale della Guerra dei Cent’Anni. Clarence (presenza muta, nel dramma) è
                 Thomas Plantagenet (1388-1421), secondo figlio di Enrico IV e braccio destro di Enrico V: reggente
                 d’Inghilterra  nel  1416  e  di  Francia  nel  1421  (al  rientro  in  patria  del  Re). Warwick  è  Richard
                 Beauchamp (1382-1439), uno fra i più influenti nobili di corte. Servì Enrico IV, Enrico V ed Enrico VI
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