Page 1530 - Shakespeare - Vol. 2
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ENRICO
Tutti i colpevoli di siffatti reati dovranno fare la stessa fine. Vi ordiniamo
espressamente che nelle nostre marce attraverso il paese nulla sia estorto
dai villaggi, nulla sia preso senza pagare, nessun Francese sia offeso o ripreso
con parole arroganti; poiché quando generosità e crudeltà si contendono un
regno, è il giocatore più umano che vince la prima mano. 92
Squilli di tromba. Entra Montjoy.
MONTJOY
Dall’abito saprete chi sono. 93
ENRICO
Bene dunque, lo so: cos’altro vuoi farmi sapere?
MONTJOY
Ciò che pensa il mio signore.
ENRICO
Di’ tutto.
MONTJOY
Ecco cosa dice il mio re: “Di’ questo ad Harry l’Inglese: anche se sembravamo
morti, non facevamo che dormire. La tempestività, in guerra, vale più
dell’audacia. Digli che avremmo potuto dargli una lezione a Harfleur, ma non
ci è parso saggio incidere il bubbone prima che fosse ben maturo. Ora però
recitiamo la nostra parte, e la nostra voce si fa imperiosa. Il Re d’Inghilterra
dovrà pentirsi della sua follia, rendersi conto della sua debolezza, ed
ammirare la nostra pazienza. Invitalo pertanto a preventivare un riscatto che
dovrà esser commensurato ai danni da noi subiti, ai sudditi che abbiamo
perduto, all’umiliazione che abbiam dovuto ingoiare: se tutto questo dovesse
ripagarcelo a peso, la sua pochezza ne sarebbe schiacciata. Per le nostre
perdite il suo tesoro è troppo povero; per il sangue sparso dai nostri, le
scarse leve del suo regno non bastano a compensarlo; quanto all’affronto
subìto, anche se lui in persona s’inginocchiasse ai nostri piedi, sarebbe una
meschina e inutile soddisfazione. A questo aggiungerai la nostra sfida; e a
mo’ di conclusione, dirai ch’egli ha tradito i suoi uomini, la cui condanna è
ormai pronunciata”. Questo vi dice il mio signore e padrone, e qui ha termine