Page 1524 - Shakespeare - Vol. 2
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appese alla paglia dei nostri tetti, mentre una gente di gran lunga più
fredda
irrora di giovanile, generoso sudore i nostri ricchi campi...
Che dovremmo dir poveri, visti i padroni che hanno!
DELFINO
In fede, e sull’onor mio,
le nostre donne si beffan di noi. Lo dicono chiaro e tondo:
il nostro vigore è fiaccato, ed esse offriranno
i loro corpi all’ardore della gioventù inglese,
per ripopolare la Francia di prodi bastardi.
BRETAGNA
Ci dicon di andar dagli Inglesi, a scuola di danza,
e insegnar loro l’agile “giravolta” e il veloce “corrente”. 82
Quel che ci salva − dicono − son le nostre gambe,
e nell’alzare i tacchi siamo fenomenali.
RE DI FRANCIA
Dov’è Montjoy l’araldo? Che parta a spron battuto,
e porti all’Inghilterra la nostra sfida sdegnosa.
Orsù, principi! Temprate lo spirito dell’onore,
rendetelo più affilato delle vostre spade, e scendete in campo!
Charles D’Alberet, Gran Connestabile di Francia,
voi, Duchi di Orléans, di Borbone e di Berry,
di Alençon e di Brabante, di Bar e di Borgogna,
Jacques Châtillon, Rambures, Vaudemont,
Beaumont, Grandpré, Roussi e Fauconbridge,
Foix, Lestrelles, Boucicault e Charolais,
nobili duchi, gran principi, Pari, baronetti e baroni,
in nome delle vostre grandi casate, lavate una grande onta!
Fermate Harry l’inglese, che porta per tutto il paese
i suoi pennoni, intinti nel sangue di Harfleur!
Rovesciatevi sulla sua armata, come valanga di neve
sul fondovalle, sottomesso vassallo
su cui le Alpi sputano e scaricano il loro catarro. 83
Piombategli addosso! Vi bastan le forze che avete.
E poi portatelo qui a Rouen su di un carro di ostaggi,