Page 1518 - Shakespeare - Vol. 2
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se mi forzate a riprendere il bombardamento
non lascerò Harfleur, già per metà conquistata,
finché non l’avrò sepolta sotto le sue ceneri.
Le porte della cristiana pietà saran tutte sbarrate,
ed il soldato, rude, incallito e ormai duro di cuore,
sfogherà senza più freno la sua sete di sangue,
con una coscienza ampia quanto l’inferno, falciando come erba
belle fanciulle in boccio e floridi infanti.
Cosa m’importerà, allora, se un’empia guerra,
rutilante di fiamme come il principe dei demoni,
compirà, col suo volto nero di fumo, tutte le truci imprese
inseparabili da devastazioni e saccheggi?
Cosa m’importerà, quando voi stessi ne siete la causa,
se la purezza delle vostre fanciulle cadrà nelle mani
di stupratori violenti e brutali?
Cosa può mai imbrigliare una malvagia libidine
quand’essa si è ormai scatenata, e va a rotta di collo?
Invece di dar ordini a vuoto e gridarli al vento
a dei soldati ebbri di bottino,
tanto varrebbe al Leviatano ordinar per iscritto
di venirsene a riva. Perciò, cittadini di Harfleur,
abbiate pietà della vostra gente e della vostra città,
ora che i miei soldati mi obbediscono ancora.
ora che il fresco e temperato vento della grazia
è in grado di scacciare le sozze nubi, dense di contagio,
dell’ebbrezza omicida, del saccheggio e del crimine.
Altrimenti, aspettatevi di vedere fra breve
il soldato accecato dal sangue che con mano impura
insozza le chiome delle vostre figlie urlanti;
i vostri padri ghermiti per le barbe d’argento,
e le loro venerabili teste sfracellate sui muri;
i vostri infanti ignudi infilzati su picche,
mentre le madri impazzite levano al cielo un clamor di ululati
tal squarciare le nubi, come le donne di Giudea
dinanzi agli sgherri massacratori di Erode.
Che dite? Vi arrenderete, per evitare tutto questo,
oppure, in una difesa colpevole, vi farete annientare?