Page 1516 - Shakespeare - Vol. 2
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all’arte della guerra, alle guerre dei Romani, così, tando per discettare,
badate bene, in un amichevole scambio di idee: in parte per confortarmi nelle
mie opinioni, in parte per mia, badate bene, gradificazione intellettuale, su
quando congerne la direzione dell’organizzazione militare: ché questo è il
punto.
JAMY
Un’eccellente idea, affé mia, e pravi i miei capitani! E io vi risponterò punto
per punto, col vostro permesso, se me ne offrite il testro: lo farò, poffarpacco!
MACMORRIS
Ma non è tempo di dishcorsi, che Crishto m’ascista! Qui comincia a far caldo,
tra il tempo, e la guerra, e il Re, e i duchi: nun è mica tempo di dishcorsi. La
città è ascediata, e le trombe ci chiamassero alla breccia, e noi shtiam qui a
parlare e, per Crishto, nun facessimo gnente: ci dovressimo vergognare, che
Dio m’ascista! Una vergogna star qui a far gnente, una vergogna, su queshta
mano: con tutte le gole da tagliare, e il lavoro da fare, e non sci è fatto un
bel gnente, che Crishto m’ascista, ecco!
JAMY
Per la Messa, prima che qvesti occhi miei se ne vatano a nanna io farò fino in
fonto il mio tovere, sì, a costo di restarci lunco stecchito, sì, o d’incontrare la
morte! Sì, e venterò molto cara la pelle, per qvanto sta in me, su qvesto ci
potete contare: e qvesto è qvanto. Poffarpacco, mi sarebbe veramente
piaciuto sentirvi tiscutere di qvalcosa, a voi due.
FLUELLEN
Capitano Macmorris, io credo, badate bene, e correggetemi se sbaglio, che
non sono in molti, della vostra nazione...
MACMORRIS
Della mia nascione? 76 E quale fosse la mia nascione? Una di farabutti,
bashtardi, mashcalzoni e delinquenti, vero? Coscì saresse la mia nascione?
Chi parla della mia nascione?
FLUELLEN
Badate bene, se la prendete diversamende da come indendevo, Capitano