Page 1309 - Shakespeare - Vol. 2
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e visto che non potete più essermi genero,
conte, siate almeno mio nipote. Mio fratello
ha una figlia, quasi una copia di mia figlia morta,
e lei sola è l’erede di noialtri due.
Fate a lei la giustizia che avreste dovuto
alla cugina, e così muore la mia vendetta.
CLAUDIO
O nobile signore!
La vostra gran bontà mi strappa le lacrime.
La vostra offerta l’accetto, e d’ora in poi
disponete del povero Claudio.
LEONATO
Domani dunque v’aspetto in casa.
Per stasera mi congedo.
Questo mascalzone sia messo faccia a faccia
con Margherita. Anche lei, io credo,
è stata complice in tutto quest’imbroglio,
pagata da vostro fratello.
BORRACCIA
No, sull’anima mia.
Quando parlava con me lei non sapeva che facesse.
Quella ragazza è stata sempre giusta e onesta
in tutto quello che conosco di lei.
SANGUINELLO
E poi, eccellenza, una cosa, che per disgrazia non fu messa nero su bianco: il
qui presente querelante e offensore mi ha chiamato somaro. Supplico vostra
eccellenza che sia tenuto presente all’atto della condanna. E poi la ronda li
sentì parlare di un certo Fetente, che dicono porta una chiave appesa
all’orecchia col lucchetto che pende, e piglia soldi in prestito a nome del
padreterno, cosa che ha fatto tanto e senza restituzione che ora la gente
diventa dura di cuore e non impresta niente a nome d’Iddio. Vi prego di
esaminarlo su questo punto.
LEONATO