Page 1312 - Shakespeare - Vol. 2
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BENEDETTO
Guarda che se usi lo scudo, Margherita, vi devi avvitar ben bene lo spunzone
col cacciavite; e sono strumenti pericolosi per le ragazze.
MARGHERITA
Bbi, meglio chiamarvi Beatrice che ha buone gambe.
Esce Margherita.
BENEDETTO
E quindi verrà (canta)
Il Dio d’amor
che sta lassù
e sa, e sa di me,
com’io meriti merzè...
per come canto voglio dire. Ma nell’amore, il campion di nuoto Leandro, e
Troilo che per primo diè lavoro a un ruffiano, e poi anche un intero tomo di
storie di questi fu-strapazzatappeti, i nomi dei quali saltano ancor dolcemente
sul liscio cammino dei versi sciolti, bene, tutti sti eroi non fur mai così voltati
e rivoltati dall’amore come il mio povero me. Maria vergine, riuscissi a
metterla in rima quest’idea! Ci ho provato. Macché, non riesco a trovar altra
rima a “fanciulla” che “culla”, una rima da bebè; a “scorno” che “corno”, una
rima sboccata; e a “scolaro” “somaro”, una rima scema. Rime poi che non
annunziano niente di buono. No, si vede che non son nato sotto una stella
poetica, e non so far la corte con questi termini da festival.
Entra Beatrice.
O Beatrice cara, io ti chiamo e tu vieni!
BEATRICE
Signorsì e me ne vado appena me lo dici.
BENEDETTO
Oh, resta finché dico “vai!”
BEATRICE
Hai detto “Vai” e perciò ti saluto. Però me ne voglio andare con ciò che