Page 1314 - Shakespeare - Vol. 2
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Ma cara Beatrice, codesta l’è un’idea superatissima, l’andava bene ai tempi di
mio nonno. Oggi, se un uomo non si tira su il monumento da solo e avanti
che crepi, poi dopo la sua memoria non durerà più d’un tocco di campana, o
più d’una lacrima di vedova.
BEATRICE
Vale a dire quanto esattamente?
BENEDETTO
Mo’ quanto può essere? Un’ora di strilli e un quartin di moccio, oh vé. Perciò
gli conviene assai a un uomo savio, se Padron Tarlo la coscienza non ha
niente contro, di far la trombetta delle sue virtù, proprio come faccio io. E
tanto basta per le lodi di me sopra me, che, l’attesto io stesso, son ben
meritate. E ora dimmi, come sta tua cugina?
BEATRICE
Sta molto male.
BENEDETTO
E tu come stai?
BEATRICE
Anch’io molto male.
BENEDETTO
Raccomandati a Dio, amami e ravvediti. E ora ti lascio, che arriva qualcuno di
fretta.
Entra Orsola.
ORSOLA
Signora, deve venire subito da suo zio. C’è gran confusione in casa. Hanno
provato che la signora Ero è stata calunniata, il Principe e Claudio pigliati per
fessi, e l’autore di tutto è Don Giovanni, che se n’è scappato. Volete venire
subito?
BEATRICE