Page 1164 - Shakespeare - Vol. 2
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ereditare.
100 II, ii, 28 Poins si rivolge al Principe dandogli sempre del voi (you), mentre questi usa invariabilmente
il tu (thou).
101 II, ii, 52 Le amare e sarcastiche considerazioni del Principe trovano riscontro nel Sonetto 121:
«Meglio essere vili che vili ritenuti / quando il non esserlo viene accusato di esserlo...».
102 II, ii, 67 Per il piccolo paggio e l’intenzione di Falstaff di rimandarlo al Principe vestito di stracci, vedi I,
ii, 12-18.
103 II, ii, 71 Scherzi sul viso fiammeggiante di Bardolph, vedi sopra I, ii, 45 e nota.
104 II, ii, 78 Le imposte delle osterie erano dipinte di rosso. Le sottane rosse erano associate con le
sgualdrine, vedi 1, I, ii, 9.
105 II, ii, 84 In realtà fu Ecuba, moglie di Priamo incinta di Paride, a sognare di partorire una fiaccola.
Altea, madre di Meleagro, fu avvertita dai Fati che il figlio sarebbe morto quando si fosse
consumato il ceppo che bruciava nel focolare, pertanto lo estrasse dalle fiamme.
106 II, ii, 95 A San Martino (Martlemas) si macellavano le bestie, dunque c’era abbondanza di carne.
107 II, ii, 100 Si confronti l’analoga battuta di Falstaff sul Principe, I, ii, 140-141.
108 II, ii, 110 Jafet, figlio di Noè, è il progenitore, secondo la tradizione, degli europei.
109 II, ii, 115 Allude a Cesare e a «veni vidi vici», già citati sopra, I, i, 21-23 (e poi più avanti, IV, iii). Il
Julius Caesar andò in scena nel 1599, l’anno dopo 2 Henry IV. «La lettera, inviata in I, ii, 231, è
insieme un saluto a Hal tornato dal Galles e un addio mentre Falstaff parte per York, l’incontro in II,
iv essendo inaspettato» (Wilson).
110 II, ii, 138 A Eastcheap si trovava nel Cinquecento la Taverna del Cinghiale (Boar’s Head Tavern),
che secondo la tradizione era quella di Falstaff, alla quale Shakespeare qui alluderebbe direttamente
parlando del cinghiale.
111 II, ii, 140 Efesii: buoni bevitori, come i troiani e corinzi di 1, II, i, 66, e iv, 11. Gli efesii, come i
corinzi, richiamano le lettere di S. Paolo, in cui spesso si parla di vecchie e nuove comunità ecclesiali.
La parola old è ripetuta cinque volte in sette righe.
112 II, ii, 143 Abbiamo assistito ai preparativi per questa cena nella scena precedente, II, i, 154-159.
113 II, ii, 152 Il Principe compra il silenzio dei due uomini di Falstaff, per arrivare di nascosto al pranzo.
114 II, ii, 158 Saint Albans è una cittadina dello Hertfordshire, poco a nord di Londra, sulla via assai
frequentata dei Midlands.
115 II, ii, 166 «Uno scopo sciocco richiede un comportamento egualmente sciocco» (Shaaber). Giove si
mutò in toro per rapire Europa.
116 II, iii La scena, in blank verse con distico finale, si svolge nel castello del Conte di Northumberland,
riallacciandosi ad I, i e ai dubbi sulla presenza del Conte espressi dai congiurati in I, iii. Shakespeare
attribuisce a Northumberland la decisione disonorevole di ritirarsi in Scozia abbandonando gli altri ribelli
e in tal modo si allontana dal racconto di Holinshed, secondo il quale la mancata presenza del Conte
a Gaultree (IV) si dovette solo alla precipitazione dell’Arcivescovo, e la fuga in Scozia avvenne dopo
la sconfitta dei ribelli, non prima. La scena introduce la pausa necessaria fra la progettazione e
l’esecuzione del tentato scherzo a Falstaff, e offre inoltre una parentesi sentimentale dando modo
alla vedova di Hotspur di esprimere il suo affetto per il marito; come nella Parte I, Hotspur funge
implicitamente da pietra di paragone per il Principe, che nelle scene contigue vediamo per sua stessa
ammissione sprecare colpevolmente il tempo.
117 II, iii, 4 Il Conte di Northumberland si chiama Henry Percy, come il figlio Hotspur, ucciso a
Shrewsbury.