Page 1160 - Shakespeare - Vol. 2
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27 I, ii, 14 La radice di mandragola, velenosa, era ritenuta simile all’uomo, forse anche a causa del
nome (man-drake).
28 I, ii, 22 Il royal era una moneta da dieci scellini con sopra inciso il volto del re. Il Principe per quanto
sbarbato pretende che la sua faccia è già tale da stare sulla moneta (tema dell’ambizione).
29 I, ii, 27 Lo stesso gioco di parole su grace appare già nel primo dialogo di Falstaff con Hal (1, I, ii,
17). «Insieme ossequioso e maligno, Falstaff si prende gioco in loro assenza di coloro adulando i
quali egli vive» (S. Johnson, cit. Wilson).
30 I, ii, 28 Dommel (dummel, dumble) significa “stupido” (Wilson).
31 I, ii, 31 Accompagnatore di Falstaff, da non confondere con il Lord Bardolph della scena precedente.
Tuttavia l’identità del nome costituisce uno dei tanti collegamenti ironici fra trama storica e trama
comica.
32 I, ii, 34 La parabola del ricco Epulone e del pezzente Lazzaro, i cui ruoli si invertono nell’aldilà (Luca
XVI 24), è citata già in 1, III, iii e 1, IV, ii.
33 I, ii, 34 Achitofel è il malvagio consigliere di Absalom durante la sua rivolta contro il padre David (2
Samuele XV-XVII). Falstaff allude frequentemente alle Scritture.
34 I, ii, 36 I mercanti della City portavano i capelli corti.
35 I, ii, 45 Gioco di parole su lightness, che significa insieme “leggerezza” (scostumatezza) e
“luminosità”. L’idea della lanterna richiama alla mente di Falstaff Bardolph, il servo paonazzo di 1
Henry IV citato sopra dal paggio.
36 I, ii, 47 Mercato del bestiame di Londra.
37 I, ii, 49 Nella navata di San Paolo si trattava ogni genere di affari. Cfr. il proverbio: «Chi va a
Westminster per cercar moglie, a San Paolo per un servo o a Smithfield per un cavallo, può trovare
una puttana, un briccone e un ronzino» (Wilson).
38 I, ii, 53 Insubordinazione attribuita tradizionalmente al Principe, anche nella scena 4 del dramma The
Famous Victories of Henry the Fifth. Qui il Principe percuote il Giudice per difendere Cutbert Cutter,
non Bardolph, convinto che il padre prenderà le sue difese, ma il Re lascia il figlio in prigione.
Dell’episodio non è cenno nella Parte I, ma qui esso riemerge in quanto la scelta fra Falstaff e il
Giudice è quella essenziale che si pone davanti al Principe, e in questo senso verrà rievocato da
Principe e Giudice in conclusione (V, ii, 70).
39 I, ii, 57 La rapina a Gad’s Hill, vedi 1, II.
40 I, ii, 59 Dopo la battaglia di Shrewsbury Falstaff si era vantato addirittura di avere ucciso Hotspur (1,
V, iv).
41 I, ii, 61 Alla fine di 1 Henry IV il Re invia a York il principe John con Westmoreland, a combattere
Northumberland e il vescovo Scroop.
42 I, ii, 74 Rimando intertestuale alle discettazioni di Morton, I, i, 194-200.
43 I, ii, 78 I cavalieri e i soldati non potevano mentire (Wilson), cfr. I, i, 88-90.
44 I, ii, 100 Falstaff continua a fingere di essere sordo. Alla fine della Parte I il Re e il Principe si recano
a combattere in Galles.
45 I, ii, 126 Nell’originale c’è un gioco di parole su scruple (dubbio, misura da farmacista).
46 I, ii, 138 Gioco di parole sugli omofoni waste (spreco) e waist (cintola), cfr. Sonetto 129, v. 1.
47 I, ii, 141 «Non comprendo questo scherzo» (S. Johnson, cit. Wilson).
48 I, ii, 150 To smell a fox significa essere sospettosi. Falstaff accusa indirettamente il Giudice di
sospettarlo senza ragione. Wilson spiega invece che fox è il Giudice e che Falstaff «essendogli vicino