Page 428 - Shakespeare - Vol. 1
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che lo fa ansimare, fissare il vuoto, deglutire,
mentre bestemmia Iddio e maledice tutti gli uomini.
Talvolta parla come se lo spettro del Duca Humphrey
fosse al suo fianco; talvolta chiama il re
e bisbiglia al suo guanciale, come se fosse lui,
i segreti della sua anima oppressa.
Io sono inviato a riferire a sua maestà
che proprio adesso egli chiede gridando di lui.

MARGHERIT A

 Va’ a portare questo grave messaggio al re.
                                                                                 Esce [Vaux].

 Ahimè! Che mondo è questo? Che notizie sono queste?
 Ma perché mi affliggo per la perdita insignificante di un’ora
 e trascuro l’esilio di Suffolk, il tesoro dell’anima mia?
 Perché, Suffolk, non gemo solo per te, e non faccio a gara
 con le nubi del sud 99 a versare lacrime, le loro
 per arricchire la terra, le mie il mio dolore?
 Ora vattene: il re, lo sai, sta per arrivare;
 se ti trovano vicino a me, sei spacciato.

SUFFOLK                                                   [La bacia.]

 Se mi allontano da te, non posso vivere;
 e morire al tuo cospetto, sarebbe forse diverso
 da un piacevole sonnellino sul tuo grembo?
 Qui potrei esalare la mia anima nell’aria,
 mite e gentile come il neonato nella culla
 che muore con il capezzolo materno tra le labbra: 100
 invece, lontano dalla tua vista, darei in escandescenze
 come un matto, t’invocherei a chiudermi gli occhi,
 ad averti vicina, a tapparmi la bocca con le labbra;
 così tu potresti restituirmi l’anima fuggitiva,

 e io potrei soffiartela così, dentro il tuo corpo,
 in modo che vivesse nel dolce Eliso.
 Morire vicino a te sarebbe solo morire per burla,
 morire lontano da te, una tortura peggiore della morte.
 Oh, fammi restare, accada quel che accada!

MARGHERIT A

 Va’ via.
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