Page 322 - Shakespeare - Vol. 1
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lettera da Richard Grafton in A Chronicle at Large (1569). Il testo di Hall è
indicato come «la fonte principale di tutte e tre le parti del dramma» anche
da Marcella Quadri, Anna Maria Bernini e Giovanna Mochi, le autrici del II
volume di Nel laboratorio di Shakespeare dedicato a La prima tetralogia
(1988).
Tra le fonti secondarie vanno ricordati Acts and Monuments of Martyrs di
John Fox (1583), per l’episodio del finto miracolo smascherato da
Gloucester (II, i), le Chronicles of England di John Stow (1580), da cui è
tratta la scena in cui Gloucester incontra la moglie sulla via dell’esilio (II,
iv), e The Life and Death of Jack Straw, un dramma pubblicato anonimo
nel 1593 (ma forse rappresentato un paio d’anni prima), che potrebbe
essere stato utilizzato nel IV atto per l’episodio della ribellione di Jack
Cade. Tra le altre possibili influenze, si può ricordare il poema storico-
allegorico The Mirror for Magistrates, nella versione raccolta da William
Baldwin tra il 1555 e il 1587, la cui importanza era stata già sottolineata da
Tillyard in Shakespeare’s History Plays.
Se lo scrupoloso lavoro di comparazione delle fonti, compiuto da Tillyard e
da altri, è fondamentale per ricostruire il dibattito storiografico ai tempi di
Shakespeare - assai più ampio e variegato di quanto non si ritenesse in
passato - le intenzioni di Shakespeare si colgono talvolta con maggiore
chiarezza proprio laddove il drammaturgo sembra discostarsi dalle fonti,
rielaborandole in modo autonomo o aggiungendo situazioni e personaggi.
Da queste premesse è partita recentemente Paola Pugliatti in un suo
intervento pubblicato nel 1993 sul Journal of Medieval and Renaissance
Studies per reinterpretare l’episodio della ribellione di Jack Cade nell’atto
IV.
Anche la passione amorosa che unisce la regina a Suffolk non trova
riscontro nelle fonti che Shakespeare ebbe a disposizione, mentre, per
converso, il drammaturgo ignora il periodo tra il 1453 e il 1455 in cui Enrico
VI fu praticamente estromesso dalla cura dello stato a causa della sua
malattia mentale.
In ogni caso, il quadro storico elisabettiano appare oggi assai complesso,
tanto è vero che Graham Holderness (Shakespeare Recycled, 1992)
individua, accanto al Tudor Myth anche un “mito” Lancaster e un “mito”
York in opposizione tra di loro, con cui Shakespeare doveva fare i conti,
traendo da essi una visione storiografica aperta al confronto e alla
revisione del passato: «Il periodo del dramma storico nel Rinascimento
inglese [...] rappresenta inevitabilmente un periodo di transizione in cui
differenti idee di storia erano in competizione per l’egemonia».
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