Page 10 - Shakespeare - Vol. 1
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supremazia dell’uomo nella natura. L’unità medievale va a pezzi e la sua
conflagrazione, che in realtà si estende per secoli, è il Rinascimento, una
rosa pluridimensionale di forze polarizzate, di tensioni. Il dissolversi di
quella unità aveva prodotto nel Quattrocento dei vuoti nei quali si
riversano correnti di idee e di azioni tumultuose e inomogenee. Ad
esempio, il succedersi di scissioni a catena nella Chiesa cristiana, che fu
paragonato alle moderne frantumazioni del socialismo e marxismo. O
l’accavallarsi di modelli contrastanti di cultura, il cattolico e controriformista
e quello di Lutero e Calvino, il modello anglicano, quello puritano o di
movimenti minori, l’umanesimo “classico” nelle sue varianti, e l’umanesimo
cristiano. Si pensi al coesistere di fideismo e scetticismo, di dommatismo
fanatico e di razionalismo tollerante, di “particulare” e di “universale”. O
allo sviluppo simultaneo delle correnti che Bloch chiama «calde»
(panteismo, scienza della natura, misticismo, astrologia, alchimia, magia)
e «fredde» (machiavellismo, empirismo critico, astronomia e scienze fisico-
matematiche). È un urto di modelli ideali che si escludono a vicenda, sicché
l’uno vince e l’altro è sconfitto ma lascia i suoi semi per il futuro negli
interstizi della coscienza e del tempo.
Al senso della vita come teatro, che è del Cinquecento, corrisponde il
principio del conflitto nello spirito dell’epoca. Si spezza il quadro geografico
e astronomico tradizionale, si spostano i centri del mondo e dell’universo,
s’incrina l’armonia tra l’uomo e la natura, si apre la guerra civile della
coscienza. Il secolo che scopre l’autonomia dell’individuo, la libertà della
ragione dalla fede ma anche quella della conoscenza dall’etica e dalla
logica, l’ideale classico e la tolleranza, è anche il secolo delle guerre di
religione, dell’Inquisizione, dell’Indice dei libri proibiti, dei processi a eretici
e streghe, marcato da catene mentali paurose, dall’intolleranza e dalla
persecuzione. Si scopre l’arte classica ma si distruggono le opere classiche
e medievali. Nell’Occidente rinascono la schiavitù e l’assolutismo. L’eroe
dell’epoca che vede nascere la Corte come modello ideale di vita è il
principe machiavellico, il tiranno. In alcune sue belle pagine la Heller
analizza la crisi e la problematizzazione dei valori tradizionali, il cui sistema
unitario si dissolve e dà luogo a sistemazioni precarie, ambigue, di
passaggio.
Il manierismo
Questi processi si accentuano verso la fine del Cinquecento e producono
quel clima di malessere, di sfiducia, di cupa catastrofe spirituale - in
contrasto con lo spirito assertivo e dommatico che prevale nella prima
metà del secolo - che si avverte negli artisti associati sotto l’infelice
etichetta di “manierismo”: un gruppo senza confini, dai caratteri inquieti e