Page 35 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 35

Anche  Deussen  si  era  iscritto  a  teologia  a  Bonn  e  i
                                                                                          che una parola umana non mi avrebbe mai raggiunto» .
                                                                                                                                            5
                   due amici presero alloggio in appartamenti attigui, sulla              homo: «Assurdamente presto, a sette anni, io sapevo già
                   Bonnergasse, presso un tintore dal quale consumavano                   E  in  una  lettera  alla  sorella  della  primavera  del  1886,
                   a  prezzi  contenuti  anche  il  pasto  del  mezzogiorno.              nell’imminenza  delle  nozze  di  lei:  «Ero  ridicolmente
                   Nietzsche continuava infatti a navigare in cattive acque:              felice ogni volta che trovavo, o credevo di trovare, qual-
                                                                                                                                6
                   nell’iscriversi all’università aveva presentato il certificato         che cantuccio in comune con qualcuno» . Gli sarebbe
                   di povertà per ottenerne i benefici.                                   piaciuto essere come gli altri, e ci provò a lungo, ma non
                      Aveva  scelto  teologia  con  scarsissima  convinzione,             gli riusciva. Questo sforzo di essere normale lo costrin-
                   per  far  contenta  la  madre  che  sognava  per  il  figlio  un       geva a fingere in continuazione. Anche perché, per un
                   avvenire da pastore, come era stato il marito. Ma Nietz-               misto di timidezza, di pudore, di sensibilità e di mancan-
                   sche più che la sua materia preferiva seguire le lezioni di            za di coraggio, non era in grado di affrontare lo scontro
                   Friedrich Ritschl, “il grande vecchio” della filologia clas-           diretto,  schietto,  a  viso  aperto,  che  eviterà  sempre.  La
                   sica tedesca dell’epoca.                                               sua  mitezza  non  è  quindi  spontanea,  è  espressione  di
                      Con Deussen e alcuni ex alunni di Pforta si immatri-                un’impotenza, è una maschera. Un Nietzsche amareggia-
                   cola in un’associazione goliardica, la Franconia. I goliar-            to  e  deluso  lo  confesserà  a  se  stesso,  nel  1885,  a  qua-
                   di della Franconia come delle altre associazioni studen-               rant’anni, nei suoi taccuini: «Inter pares, parole che ine-
                   tesche, per tirarsela da “duri” si davano a grandi bevute              briano,  tanta  è  la  felicità  e  l’infelicità  che  racchiudono
                   di birra, si battevano a duello e andavano a puttane, non              per colui che è stato solo per tutta la vita, che non ha
                   a Bonn, dove avrebbero potuto essere riconosciuti, ma                  incontrato nessuno che gli appartenesse, sebbene cercas-
                   nella vicina Colonia, grande città meglio attrezzata alla              se  per  tutta  la  vita;  che  nei  rapporti  con  gli  altri  ha
                   bisogna. All’inizio Nietzsche prova ad adeguarsi, almeno               dovuto sempre mostrare una maschera benevola e sere-
                   in parte: non perde una riunione, una bicchierata, anche               na; che ha dovuto sempre cercare, e spesso vi è riuscito,
                   se cerca di bere il meno possibile, collabora al giornale              di farsi simile agli altri, e che conosce per lunga esperien-
                   satirico dell’associazione, compone burle musical-poeti-               za quel far buon viso a cattiva sorte che si chiama affa-
                                                                                                7
                   che. Ma si sente estraneo. È troppo superiore, per sen-                bilità» . Di qui anche quell’affettazione, quella forzatu-
                   sibilità e intelligenza, ai compagni, ma non ha il carattere           ra,  quell’eccesso  che  molti  notano  nella  sua  cortesia  e
                   per imporsi. Così è costretto a tenere un basso profilo                una sostanziale ipocrisia nei rapporti umani. Quello che
                   che mortifica il suo io e lo mette terribilmente a disagio.            non ha la forza di dire in faccia Nietzsche lo dirà, se non
                   Dirà qualche anno più tardi: «La mia natura non trovava                alle spalle, per questo forse ci vuole già troppo coraggio,
                   fra  quei  camerati  alcuna  soddisfazione.  Io  stesso  ero           sulla carta. Le sue opere, soprattutto negli ultimi anni,
                   troppo schivo e ritirato in me stesso e non avevo la forza             sono zeppe di malignità su quasi tutti coloro cui è stato
                   di assumere un ruolo in mezzo a quel tipo di vita. Tutto               legato. E ciò spiega anche la dissonanza stridentissima,
                   mi era imposto e io non riuscivo a dominare l’ambiente                 che  colpiva  tutti  coloro  che  lo  conoscevano  personal-
                                       4
                   nel quale mi trovavo» . Ma Nietzsche non si sentì estra-               mente,  fra  l’uomo  Nietzsche,  accomodante,  accondi-
                   neo solo alla Franconia, dove è comprensibile che certe                scendente, arrendevole, bonario, mite e lo scrittore tre-
                   manifestazioni  lo  urtassero,  si  sentì  estraneo  sempre,           mendamente aggressivo. Scaricava sulla pagina, con l’in-
                   tutta  la  vita,  e  in  qualsiasi  ambiente.  Scriverà  in  Ecce      telletto, quella violenza repressa che non riusciva a espri-




                                            42                                                                     43





           0040.testo.indd   42                                     30-11-2009   12:13:18
   30   31   32   33   34   35   36   37   38   39   40