Page 39 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 39

sen  o  a  leggere  una  tragedia  greca.  Visita  le  tombe  di
                                                                                          università. Glielo aveva confidato, a lui, come ad altri, lo
                   Schumann e di Schlegel e anche il suo umore è piuttosto                che  Ritschl  stava  per  accettare  un  incarico  in  quella
                   cimiteriale.  In  uno  dei  tanti  “amarcord”  che,  con  una          stesso professore. Per cui un’intera colonia di aspiranti
                   precoce  angoscia  di  trattenere  il  passato,  scrive  negli         filologi si era spostata quell’anno da Bonn a Lipsia.
                   anni giovanili, dirà: «Imparai allora il piacere di veder                L’anziano e prestigioso filologo prese subito a benvo-
                         12
                   nero» .                                                                lere quel ragazzo che aveva già notato a Bonn. Ritschl,
                      Ma  sono  normali  sbalzi  d’umore  d’un  ventenne.  È              un uomo di grande calore umano, un po’ paternalista,
                   sempre  a  corto  di  quattrini,  anche  perché,  sebbene              era solito invitare a casa sua gli allievi più promettenti e
                   non  navighi  nell’oro,  gli  piace  trattarsi  con  un  certo         che  gli  stavano  maggiormente  simpatici.  Nietzsche  era
                   comfort, vestire bene ed è golosissimo, tanto che i suoi               fra questi. In pratica la parte più importante dell’inse-
                   amici  Franconi  avevano  coniato  per  lui  un  epigramma             gnamento  avveniva  nell’abitazione  del  professore,  per
                   che diceva: «Per i dolciumi / e il tè / andrà in miseria               gli eletti, tanto che Nietzsche smise quasi di frequentare
                         13
                   nera» .                                                                le  lezioni  preferendo  studiare  a  casa.  Una  sera  Ritschl
                      Si  recò  anche  a  Colonia,  ma  per  motivi  diversi  da          esortò  quattro  studenti,  Wisser,  Roscher,  Arnold  e
                   quelli  che  di  solito  vi  spingevano  i  goliardi.  Facendosi       Nietzsche,  a  fondare  un’associazione  filologica  che,
                   guidare  da  un  vetturino  visitò  i  tanti  monumenti  di            dopo aver raccolto altri adepti, avrebbe avuto il compito
                   quella città e, verso sera, chiese al suo accompagnatore               di approfondire gli studi. I quattro non se lo fecero ri-
                   di  condurlo  in  un  buon  ristorante.  Quello,  pensando             petere due volte e, dopo pochi giorni e una riunione alla
                   che i desideri del ragazzo fossero di tutt’altra natura e              birreria Deutsche Bierstube, la cosa era fatta. Nietzsche
                   che, per pudore, parlasse in chiave, lo portò in un bor-               tenne  la  sua  prima  conferenza,  sulla  silloge  teognidea,
                   dello.  Il  giorno  dopo  Nietzsche  raccontò  a  Deussen              argomento che conosceva bene, al ristorante Lowe da-
                   quello che era successo: «Mi vidi improvvisamente cir-                 vanti ai compagni, con molto successo.
                   condato da una mezza dozzina di figure in tulle e lustri-                Se ne sentì talmente incoraggiato che un pomeriggio,
                   ni,  che  mi  guardavano  speranzose.  Per  un  po’  rimasi            senza  preavviso,  portò  il  suo  lavoro,  così  com’era,  an-
                   senza parola. Poi istintivamente mi buttai su un piano-                cora  grezzo  e  con  le  annotazioni  a  margine,  a  casa  di
                   forte,  come  l’unico  oggetto  dotato  di  anima  di  quella          Ritschl,  per  farglielo  vedere.  Mossa  azzardata.  Se  a
                   compagnia e accennai alcuni accordi. Questi sciolsero il               Ritschl piaceva invitare qualche volta gli studenti nella
                                                         14
                   mio torpore e riguadagnai l’aria aperta» .                             sua abitazione, detestava, come tutti i professori, veder-
                      Nell’ottobre del 1866 lascia senza rimpianti l’univer-              seli piombare a casa con queste mute richieste di appro-
                   sità  di  Bonn  per  quella  di  Lipsia.  Questa  volta  abita         vazione. Congedò quindi l’imprudente piuttosto fredda-
                   nella casa di un antiquario di nome Rohn, in Blumen-                   mente, anche se trattenne presso di sé il lavoro. Qualche
                   gasse 4, alla periferia della città. Come vicino di casa, al           giorno dopo lo richiamò a casa sua. Lo squadrò a lungo,
                   posto  del  barboso  e  pedante  Deussen,  ha  Hermann                 gli  chiese  l’età,  l’anzianità  universitaria  e  altri  dettagli.
                   Mushake, un ragazzo pieno di brio che gli è molto sim-                 Dopo questi preamboli sbottò: «Caro ragazzo, non ho
                   patico. Ma l’amicizia durerà poco.                                     mai visto un tale rigore metodico, una simile sicurezza
                      Nietzsche si era deciso per Lipsia non solo perché a                combinatoria nel lavoro di uno studente del terzo seme-
                                                                                               15
                   Bonn non si era ritrovato per nulla, ma perché sapeva                  stre» . Lo esortò quindi a rielaborare il saggio, dando-



                                            46                                                                     47





           0040.testo.indd   46                                     30-11-2009   12:13:20
   34   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44