Page 40 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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sen o a leggere una tragedia greca. Visita le tombe di
università. Glielo aveva confidato, a lui, come ad altri, lo
Schumann e di Schlegel e anche il suo umore è piuttosto che Ritschl stava per accettare un incarico in quella
cimiteriale. In uno dei tanti “amarcord” che, con una stesso professore. Per cui un’intera colonia di aspiranti
precoce angoscia di trattenere il passato, scrive negli filologi si era spostata quell’anno da Bonn a Lipsia.
anni giovanili, dirà: «Imparai allora il piacere di veder L’anziano e prestigioso filologo prese subito a benvo-
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nero» . lere quel ragazzo che aveva già notato a Bonn. Ritschl,
Ma sono normali sbalzi d’umore d’un ventenne. È un uomo di grande calore umano, un po’ paternalista,
sempre a corto di quattrini, anche perché, sebbene era solito invitare a casa sua gli allievi più promettenti e
non navighi nell’oro, gli piace trattarsi con un certo che gli stavano maggiormente simpatici. Nietzsche era
comfort, vestire bene ed è golosissimo, tanto che i suoi fra questi. In pratica la parte più importante dell’inse-
amici Franconi avevano coniato per lui un epigramma gnamento avveniva nell’abitazione del professore, per
che diceva: «Per i dolciumi / e il tè / andrà in miseria gli eletti, tanto che Nietzsche smise quasi di frequentare
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nera» . le lezioni preferendo studiare a casa. Una sera Ritschl
Si recò anche a Colonia, ma per motivi diversi da esortò quattro studenti, Wisser, Roscher, Arnold e
quelli che di solito vi spingevano i goliardi. Facendosi Nietzsche, a fondare un’associazione filologica che,
guidare da un vetturino visitò i tanti monumenti di dopo aver raccolto altri adepti, avrebbe avuto il compito
quella città e, verso sera, chiese al suo accompagnatore di approfondire gli studi. I quattro non se lo fecero ri-
di condurlo in un buon ristorante. Quello, pensando petere due volte e, dopo pochi giorni e una riunione alla
che i desideri del ragazzo fossero di tutt’altra natura e birreria Deutsche Bierstube, la cosa era fatta. Nietzsche
che, per pudore, parlasse in chiave, lo portò in un bor- tenne la sua prima conferenza, sulla silloge teognidea,
dello. Il giorno dopo Nietzsche raccontò a Deussen argomento che conosceva bene, al ristorante Lowe da-
quello che era successo: «Mi vidi improvvisamente cir- vanti ai compagni, con molto successo.
condato da una mezza dozzina di figure in tulle e lustri- Se ne sentì talmente incoraggiato che un pomeriggio,
ni, che mi guardavano speranzose. Per un po’ rimasi senza preavviso, portò il suo lavoro, così com’era, an-
senza parola. Poi istintivamente mi buttai su un piano- cora grezzo e con le annotazioni a margine, a casa di
forte, come l’unico oggetto dotato di anima di quella Ritschl, per farglielo vedere. Mossa azzardata. Se a
compagnia e accennai alcuni accordi. Questi sciolsero il Ritschl piaceva invitare qualche volta gli studenti nella
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mio torpore e riguadagnai l’aria aperta» . sua abitazione, detestava, come tutti i professori, veder-
Nell’ottobre del 1866 lascia senza rimpianti l’univer- seli piombare a casa con queste mute richieste di appro-
sità di Bonn per quella di Lipsia. Questa volta abita vazione. Congedò quindi l’imprudente piuttosto fredda-
nella casa di un antiquario di nome Rohn, in Blumen- mente, anche se trattenne presso di sé il lavoro. Qualche
gasse 4, alla periferia della città. Come vicino di casa, al giorno dopo lo richiamò a casa sua. Lo squadrò a lungo,
posto del barboso e pedante Deussen, ha Hermann gli chiese l’età, l’anzianità universitaria e altri dettagli.
Mushake, un ragazzo pieno di brio che gli è molto sim- Dopo questi preamboli sbottò: «Caro ragazzo, non ho
patico. Ma l’amicizia durerà poco. mai visto un tale rigore metodico, una simile sicurezza
Nietzsche si era deciso per Lipsia non solo perché a combinatoria nel lavoro di uno studente del terzo seme-
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Bonn non si era ritrovato per nulla, ma perché sapeva stre» . Lo esortò quindi a rielaborare il saggio, dando-
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