Page 34 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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ENFANT PRODIGE
Nell’estate del 1864 Nietzsche si congeda da Pforta
con un lavoro sul poeta greco Teognide di Megara dopo
aver passato la maturità. Ma aveva rischiato una clamo-
rosa bocciatura perché il suo compito scritto di matema-
tica era stato disastroso e il professor Buchbinder, do-
cente di quella materia, non voleva saperne di promuo-
verlo. Lo salvò Corssen, un maestro della filologia clas-
sica, che disse a brutto muso al collega: «Vuole forse
bocciare l’allievo più dotato che Pforta ha avuto da
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quando ci sono io?» . E Nietzsche passò. Del resto è
noto che nei licei classici il professore di matematica
non conta nulla, allora come ora.
Prima di partire per Bonn, dove si è iscritto alla facol-
tà di teologia, fece un breve viaggio con Deussen. Ai
due si aggregò un cugino di Deussen, Ernst Schnabel,
«un ragazzo spiritoso, intelligente e vivace fino all’ecces-
so» come scrive Deussen, «che seppe trascinarci a fare
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parecchie pazzie» . Che poi altro non erano che un paio
di bevute e una cavalcata sul Drachenfels. Una sera,
istigati dal solito Schnabel, si spinsero per le strade della
piccola cittadina di Königswinter «per fare ovazioni alle
ragazze che supponevamo dietro le finestre, Nietzsche
canticchiava e tubava: “mio dolce amore, mio dolce
amore”» . Ma bastò che un uomo uscisse da un portone
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con aria minacciosa perché i tre baldi giovanotti se la
dessero a gambe.
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