Page 346 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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che  il  suo  paziente  avrebbe  assunto  di  lì  a  poco  nella
                   conversazione, davanti agli studenti incuriositi che natu-
 cultura  europea,  ma  non  sapeva  nulla  di  lui,  delle  sue  Friedrich  Nietzsche.  Binswanger  intavolò  con  lui  una
 opere, del passato di “enfant prodige” e di amico intimo  ralmente sapevano di Nietzsche ancor meno di quel che
 di Richard Wagner. Lo mise in una camera di seconda  ne sapeva lo psichiatra. Nietzsche non era in una delle
 classe  che  costava  un  quarto  della  prima,  con  tutte  le  sue migliori giornate, riottoso e cupo. Comunque incal-
 conseguenze  sul  trattamento  che  ne  derivavano,  com’è  zato da Binswanger cominciò a parlare della sua antica
 documentato  anche  dalla  modestia  delle  note-spese.  È  attività di professore a Basilea, dei suoi successi di stu-
 vero che doveva tener conto della critica situazione fi-  dente, del mal di testa che lo aveva costretto a lasciare
 nanziaria  della  famiglia  Nietzsche:  la  madre  aveva  una  la  cattedra.  Quando,  sempre  condotto  abilmente  da
 pensione da quattro soldi e, per campare, era costretta  Binswanger,  arrivò  a  parlare  di  Torino  si  avventurò  in
 a far l’affittacamere, quanto alla sorella Elisabeth aveva  una sorta di dissertazione sulle differenze fra la grande
 i suoi guai in Paraguay. Però Binswanger non gli regalò  e  la  piccola  città,  ma  quasi  subito  il  discorso  si  fece
 proprio nulla inquadrandolo come “straniero” (Auslän-  confuso e, lasciandolo di colpo a mezzo, Nietzsche spro-
 der),  il  che  comportava  il  sovrapprezzo,  notevole,  di  fondò in un mutismo da cui fu impossibile distoglierlo.
 mezzo marco al giorno. Nei primi mesi si rifiutò catego-  «Il professor Binswanger volle allora dimostrare all’udi-
 ricamente di leggere i libri di Nietzsche, come chiedeva  torio  alcuni  disturbi  nell’andatura  del  malato.  Pregò
 e  quasi  implorava  la  madre,  e  come,  probabilmente,  Nietzsche  di  camminare  su  e  giù  per  la  stanza.  Ma  il
 sarebbe stato suo dovere professionale, se non altro per  paziente  camminava  con  una  tale  lentezza  e  indolenza
 penetrare meglio la psicologia del paziente. Vi si decise,  che era impossibile notare i sintomi che al medico pre-
 con molta riluttanza, solo ad aprile. Non devono avergli  meva  sottolineare.  “Allora  signor  Professore”  gli  disse
 fatto una grande impressione, perché l’atteggiamento di  Binswanger, “un vecchio soldato come lei sarà pur an-
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 Binswanger cambiò solo quando Nietzsche divenne fa-  cora capace di marciare come si deve”» . E Nietzsche,
 moso.             che fin da bambino aveva avuto una passione per le cose
 Nel manicomio Nietzsche subiva le violenze e le pic-  militari,  anche  se  non  se  n’era  mostrato  all’altezza,  si
 cole angherie cui sono sottoposti in genere questi malati.  eresse, raddrizzò le spalle, si irrigidì e, davanti a tutta la
 Soprattutto  il  sorvegliante  capo,  il  suo  “Bismarck”,  lo  classe, cominciò, come fosse una modella in passerella,
 trattava  con  eccessiva  confidenza,  prendendolo  per  il  a misurare l’aula a passi di marcia. Noi non sappiamo
 mento, lisciandogli i baffi, trattandolo come un giocatto-  quale livello di coscienza di sé conservasse Nietzsche in
 lo. Nota Gast: «Infermieri che lo afferrano e ne fanno il  quei primi mesi del 1889, se ne aveva un barlume quel-
 loro zimbello, mentre lui capisce tutto e lo avverte come  l’oscena esibizione dovette essere per lui, così riservato
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 una cosa orribile» . Cose normali, purtroppo, ieri come  e pudico quando era sano, un’umiliazione senza pari.
 oggi,  negli  ospedali  psichiatrici.  Ma  Binswanger  fece  Adesso la madre andava a prendere il figlio al mani-
 qualcosa di più, qualcosa che si poteva sicuramente ri-  comio alle nove e ve lo riportava poco prima delle sette
 sparmiare. «Un giorno» racconta un certo Simchowitz,  di sera. Facevano naturalmente delle passeggiate inter-
 che era studente di medicina all’Università di Jena nel  minabili, mattina e pomeriggio, a mezzogiorno si ferma-
 semestre  1888-89,  «venne  condotto  in  aula  un  pazien-  vano a mangiare allo  Stern, al Paradies o allo Stella. Se
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 te  che  si  trovava  da  poco  tempo  nella  clinica» .  Era  si trovavano allo Stern, che aveva un pianoforte, Nietz-



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