Page 246 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Ripresosi, Nietzsche la portò sul lago di Silvaplana, al
partenza, mentre guardava il mare e l’orizzonte sul qua-
le, a detta dei locali, nelle giornate limpide si può, sei o promontorio dov’era «la roccia di Zarathustra», come
sette volte in un secolo, intravedere la Corsica, che era lui la chiamava perché lì aveva concepito parte del libro,
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uno dei miti di Nietzsche , le chiese improvvisamente e volle che lei si sedesse sulla “pietra sacra”. Fu una
se lo avrebbe accompagnato a fare un viaggio nell’isola. buona giornata, quella, perché, come racconta Resa, non
Era già qualcosa, aveva almeno imparato a non avanzare c’erano in cielo quelle “nuvolette elettriche” che Nietz-
fulminee proposte di matrimonio a ragazze appena co- sche temeva come la peste. Ma per il resto della perma-
nosciute, ma Resa rimase in silenzio e lasciò cadere il nenza di Resa in Engadina fu quasi sempre melanconico
discorso. Nei suoi ricordi annota laconicamente: «L’ar- e sofferente. Si lamentava spesso dei suoi malanni, delle
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gomento Corsica non venne più toccato» . Ma Nietz- emicranie, parlava dei rimedi, spesso da autodidatta, cui
sche, cui bastava pochissimo per costruire castelli in aria ricorreva e le raccontò l’episodio divertente di quando a
e al quale mancava il senso del reale, dava invece la cosa Rapallo si autoprescriveva le medicine, fra cui il famoso
per fatta e scrisse a Gast: «È stata combinata una gita in cloralio idrato che gli serviva per l’insonnia, firmando le
Corsica da Nizza per la prossima primavera, e precisa- ricette “dottor Nietzsche” senza che nessuno si fosse
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mente da Resa von Schirnhofer e da me» . Come se ciò mai accorto di nulla. Gli vennero le lacrime agli occhi
non bastasse, dimentico anche della disastrosa esperien- quando le raccontò di Wagner e dei giorni di Tribschen,
za con Lou e Rée, invitò Gast ad essere della partita. pianse accompagnandola alla diligenza il giorno della
Naturalmente non se ne fece nulla. partenza e le disse: «Speravo che lei restasse qui più a
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Con Resa von Schirnhofer si rivide quell’estate, a Sils- lungo. Quando tornerò a udire la sua fresca risata?» .
Maria, perché Malwida, implacabile, premeva su tutti e Ma con Malwida si lamentò che la ragazza era “brutti-
due. Lei si era fatta prudentemente accompagnare da na”, “disaggraziata”, e le scrisse con una punta di mali-
un’amica, una studentessa di medicina, Clara Wilde- gnità: «Non sopporto a lungo la bruttezza vicino a me
now. Ma trovò un uomo molto diverso da quello di (già nei confronti della signorina Salomé credo di aver
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Nizza, malato e sofferente. Assistette anche ai postumi avuto bisogno di un certo autodominio in proposito)» .
di uno dei suoi famosi attacchi, durato un giorno e Se la simpatica Resa von Schirnhofer era bruttina, la
mezzo. Lo andò a trovare nella sua casetta presa in af- svizzera Meta von Salis-Marschlins era bella, ricchissi-
fitto: «Venni condotta per una scala in una piccola ma e apparteneva a una delle più note e antiche famiglie
modesta sala da pranzo. Ero qui in attesa presso la ta- dei Grigioni. Sulla trentina, bionda, grandi occhi azzur-
vola, quando si aprì la porta che dava a destra della ri, Meta era una femminista convinta, ma aveva anche,
stanza adiacente e apparve Nietzsche. Si appoggiò stan- da brava aristocratica con sensi di colpa per le proprie
camente allo stipite della porta semiaperta, con ricchezze, una vocazione filantropica. Era una tradizio-
un’espressione sconvolta sul pallido viso... Prese a rac- ne di famiglia, un suo avo, Ulysses von Salis, aveva fon-
contarmi che, appena chiudeva gli occhi, vedeva una dato a Marschlins il “Filantropino”, un convitto in cui i
quantità di fiori fantastici che crescevano di continuo giovani, di ambo i sessi, dovevano venire indirizzati ai
avviticchiandosi con i loro tralci e in un perpetuo variare più alti ideali. Nonostante il suo enorme patrimonio
di forme e colori sbocciavano l’uno dall’altro in esotico aveva fatto l’istitutrice in mezza Europa finendo anche
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rigoglio. “Non ho mai tregua” disse» . in una famiglia inglese da lei stessa definita «una trappo-
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