Page 241 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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mostra di aver penetrato a fondo sia l’uomo che una
mai. Scrive: «Ora sono di nuovo SOLO – e a dire il vero
buona parte della sua opera e fu la prima a scrivere che l’“affare Lou” Nietzsche si accorse di essere più solo che
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Nietzsche, l’ateo, il “libero pensatore”, era fondamental- non sono mai stato così solo» . E qualche mese dopo,
mente una natura religiosa e mistica, che, naturalmente, al vecchio amico Erwin Rohde che gli ha mandato la
è una delle tante, possibili, letture del complesso, polie- fotografia del suo secondo figlio, risponde con una vena
drico e sfuggente pensiero nicciano, ma non è affatto di disperata malinconia, di amarezza e di umanissima
peregrina ed è stata ripresa, tra gli altri, da un filosofo invidia perché l’altro si è costruito una famiglia e una
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dell’autorevolezza di Karl Jaspers . La Salomé cade, un vita normale mentre a lui non era riuscito: «Quando ho
po’ ingenuamente, quando cerca di innalzare Rée a spe- letto la tua lettera e soprattutto quando ho visto il ritrat-
se di Nietzsche ingigantendone l’influenza. Un collabo- to del tuo bambino, mi parve che tu mi stringessi la
ratore dell’Archivio Nietzsche, Fritz Kogel, scrisse non a mano guardandomi malinconicamente quasi a dirmi:
torto: «Una lunga sezione del suo libro sembra scritta “Come è mai possibile che noi non abbiamo quasi più
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“in maiorem Réei gloriam”» . Lo stesso Rée, uscendo nulla in comune e viviamo quasi in due mondi diver-
dal suo isolamento, sentì il bisogno di prendere le di- si?”... E così, amico, avviene con quasi tutte le persone
stanze e di precisare all’Archivio che non aveva più rap- che mi sono state care: tutto è lontano, passato, è pieto-
porti con la Salomé da molti anni. Probabilmente Lou si so riguardo; ci si vede ancora, ci si parla, per non tacere,
stava mangiando le mani per aver fatto, a suo tempo, la ci si scrive qualche lettera, per non tacere. Ma la verità
scelta sbagliata ai fini della carriera. Più in generale spi- la esprime lo sguardo che dice: “Amico Nietzsche, or-
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ra da tutto il libro un’aria gelida, da entomologo che mai sei completamente solo”» .
osserva freddamente l’oggetto della sua curiosità da die- Ma pur soffrendola non faceva nulla per uscire da
tro una lente. E forse è stato il bistrattato Peter Gast, questa solitudine, si comportava anzi in modo da accen-
uno dei pochissimi che non si era fatto prendere dallo tuare il proprio isolamento, non dando il proprio indi-
charme di Lou («Non ho assolutamente alcun interesse rizzo nemmeno ai familiari e a Overbeck, facendosi scri-
per le signore prive di fascino» aveva detto ai tempi in vere “fermo posta” e lasciando spesso passare molti
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cui la frequentò a Lipsia) , a centrare meglio di tutti giorni prima di andare a ritirare le lettere.
l’atteggiamento della Salomé, non solo nei confronti di Verso la fine del 1883 ha una serie di attacchi e de-
Nietzsche ma di chiunque, quando scrive: «Essere vissu- cide di abbandonare Genova per Nizza perché qualcu-
ta qualche tempo vicino a Nietzsche, e invece di infiam- no gli ha detto che sulla Costa Azzurra ci sono almeno
marsene rimanere una fredda osservatrice, una macchi- 220 giornate di bel tempo all’anno. A Nizza prese allog-
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na registratrice, vorrà pure dire qualcosa» . gio in rue Ségurance 38, ma se ne stancò subito e si
Lou Andreas von Salomé morì a 76 anni, in tarda età, trasferì alla Pension de Genève, in Petit rue St.-Etienne,
come le altre donne della vita di Nietzsche, Cosima che doveva diventare la dimora abituale dei suoi inverni.
Wagner e la sorella Elisabeth, sola, malata di diabete e A Natale e Capodanno sta male: «Vomito incessante,
di cancro, priva di un seno che le avevano asportato, ma insonnia... malessere diffuso alla testa, dolori lancinanti
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serena e padrona di sé fino all’ultimo giorno. La chiama- agli occhi» .
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vano «la strega dell’Hainberg» . Qui venne a stanarlo un certo Paul Lanzky, che gli
Quando svanirono anche gli ultimi strascichi del- fece la posta per qualche giorno. Non essendo riuscito
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