Page 244 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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suo aristocraticismo sono in senso esclusivamente intel-
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                   lettuale.  Fu  antitedesco  e  antinazionalista.  E  se  i  tede-      fargli compagnia, si dimenticava dei suoi malanni e non
                   schi avevano avuto ai suoi occhi il grave torto di acqui-              giate nei suoi luoghi preferiti, ad ascoltare la Carmen, a
                   stare solo 170 copie di Umano, troppo umano e quindi                   vedere,  a  Nizza,  una  “corrida  spagnola”  che  si  rivelò
                   il suo odio contro la Germania e contro lo spirito tede-               una truffa per turisti perché non c’erano cavalli e il toro
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                   sco, la “tedescheria” per usare le sue parole , è larga-               non poteva essere ucciso. Ne risero entrambi. Le propo-
                   mente frutto del rancore per essere stato ignorato e mi-               se perfino, memore dell’esperienza con Rée e dandosela
                   sconosciuto in patria («Dieci anni e nessuno in Germa-                 da  intenditore,  una  puntata  al  Casinò  che  Resa  però
                   nia si è fatto un debito di coscienza di difendere il mio              rifiutò  dichiarandosi  assolutamente  contraria  al  gioco
                   nome contro l’assurdo e deliberato silenzio sotto cui mi               d’azzardo.  Chiacchieravano  molto,  naturalmente,  non
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                   hanno sepolto»  scriverà nel 1888), il suo antinaziona-                però di filosofia ma di Napoleone, dei grandi personaggi
                   lismo  era  ragionato  e  meditato.  Nietzsche  credeva  a             della Storia che affascinavano Nietzsche e anche di Lou
                   un’Europa unita («Bisogna dirsi francamente solo buoni                 Salomé di cui la studentessa era buona amica. Racconta
                   europei e contribuire con l’azione alla fusione delle na-              Resa: «Nietzsche, che come pensatore era così privo di
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                   zioni» ). Anche se era un’unità culturale e non politica               ogni inibizione, come uomo era di una sensibilità squi-
                   quella  cui  pensava:  «Per  fare  dell’Europa  un’unità,              sita, piena di tatto e di delicatezza e di maniere nei con-
                   un’unità politica ed economica, tesa a governare tutta la              fronti  del  sesso  femminile...  Nei  suoi  modi  non  c’era
                                                                                                                       58
                   terra,  hanno  privato  l’Europa,  con  le  loro  “guerre  di          nulla che potesse disturbarmi» .
                   liberazione”, del senso... perciò essi hanno sulla coscien-              Nietzsche consigliò a Resa una serie di libri e si fece
                   za ciò che ne è poi seguito, ciò che esiste oggi, questa               leggere,  oltre  ai  Poètes  et  Artistes  d’Italie  di  Montégu,
                   malattia, questa insensatezza, contraria alla civiltà come             alcuni passi dello Zarathustra che le aveva regalato con
                   null’altro,  il  nazionalismo,  questa  névrose  nationale  di         la dovuta solennità. Alla fine della «Seconda canzone di
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                   cui soffre l’Europa» . C’è voluto quindi tutto lo stoma-               danza», che gli piaceva in modo particolare e che volle
                   co  di  struzzo  dei  nazisti,  accompagnato  dall’ignoranza           declamare lui stesso perché lei aveva sbagliato l’intona-
                   dei loro avversari, per fare di un autore filosemita, anti-            zione, si levò in piedi e «lanciando intorno sguardi timo-
                   razzista,  antinazionalista,  antitedesco,  europeista,  una           rosi,  quasi  incombesse  un  orribile  pericolo  se  le  sue
                   loro bandiera.                                                         parole venivano udite da qualche indiscreto... mi svelò
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                      Malwida nel frattempo non stava con le mani in mano                 “l’eterno  ritorno  dell’identico”» .  Spifferò  insomma,
                   e  non  aveva  perso  tutte  le  speranze  di  accasare  Nietz-        come  aveva  fatto  con  Lou,  quella  teoria  che  avrebbe
                   sche, che si vide capitare a Nizza Resa von Schirnhofer,               dovuto rimanere segretissima e di cui evidentemente si
                   una trentenne di origine austriaca che studiava filosofia              serviva come “coup de théâtre” con le donne. Ma non
                   a  Zurigo.  Nietzsche,  che  aveva  appena  finito  la  terza          funzionò  granché,  Resa  trovò  la  cosa  semplicemente
                   parte  dello  Zarathustra,  la  accolse  con  gioia  e  grande         bizzarra, anche perché non ci aveva capito nulla.
                   disponibilità e Resa si fermò una decina di giorni. Era                  Una mattina, sul Mont Baron, mentre soffiava forte il
                   una ragazza di buon carattere, piuttosto semplice, e con               vento, Nietzsche, «preso da un’esaltazione ditirambica...
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                   lei Nietzsche era allegro, rideva facilmente e, come capi-             ed eccitato al massimo dal Mistral» , le recitò dei sonet-
                   tava  spesso  quando  c’era  una  donna  giovane  e  sola  a           ti comici di sua composizione. E il giorno prima della




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