Page 233 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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vimenti tellurici che abbiano scosso il pianeta. Sarà la
von Salomé. Preparò il terreno rivelando a Nietzsche
vendetta postuma, non voluta e anzi temuta, del “posa- zata ad aprire una sua personale campagna contro Lou
piano”, di un uomo che era sempre stato considerato da particolari inediti, più o meno veritieri, sul comporta-
tutti inoffensivo e quasi ridicolo. mento di Lou a Bayreuth e a Tautenburg e insinuando
Ma non fu questa la sola premonizione. Ce ne sono che era stato Rée a screditarlo agli occhi della ragazza
altre, piuttosto impressionanti. Proprio nei giorni in cui per accaparrarsela. Accuse incongruenti e insensate
lavorava alla seconda parte dello Zarathustra ebbe l’in- perché se Lou era quell’essere “ripugnante” di cui Eli-
tuizione della propria follia: «Il singolare pericolo di sabeth andava parlando non si vede che importanza
quest’estate per me si chiama – per non temere la brutta avessero le manovre di Rée. Ci sarebbe stato semmai da
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parola – follia» . Un anno dopo domanda, angosciato, ringraziarlo. Elisabeth, spalleggiata da Malwida, che era
alla giovane Resa von Schirnhofer: «Non crede che que- ormai diventata una nemica giurata della Salomé, prese
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sto mio stato sia un sintomo di incipiente follia?» . a spedire lettere a tutti i conoscenti denunciando la
Intuì anche che sarebbe stato l’eccessivo lavorio del scandalosa “love story” fra Lou e Rée.
cervello a condurvelo: «Probabilmente un giorno mori- Nietzsche non aveva nessuna voglia di riaprire quel
rò per una siffatta esplosione ed espansione di sentimen- capitolo. Stava cominciando a dimenticare Lou e a rie-
ti... in tale esplosione è facile che salti in aria lo stesso mergere dalla batosta e in quel momento pareva soprat-
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autore, spesse volte ho questa sensazione» . Nietzsche, tutto interessato a rimpinzarsi di dolci, di pan pepato, di
ed è ancora più inquietante, “vide” la scena del suo fette biscottate. In quella vicenda aveva fatto la figura
collasso definitivo. In una lettera a un amico del maggio del carciofo, del “cornuto e mazziato”, e meno ci si ri-
del 1888 scrive: «Paesaggio invernale. Un vecchio car- tornava sopra e meglio sarebbe stato. Ma era troppo
rettiere che, con espressione di brutale cinismo, ancora debole di carattere per resistere alla sorella che gli passò
più crudele dell’inverno tutt’intorno, piscia sul proprio sopra come un carro armato, esattamente come aveva
cavallo. Il cavallo, povera creatura scorticata, si guarda fatto Lou. Senza preavvertirlo mandò una lettera alla
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attorno riconoscente, molto riconoscente» . E in un madre di Rée, di cui gli fece avere una copia mettendolo
altro passaggio parla dell’«improvvisa follia di quell’ora così di fronte al fatto compiuto. Si trattava di una per-
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in cui il solitario abbraccia una persona qualunque» . fidia in piena regola perché la madre di Rée, come tutte
Sono parole apparentemente casuali che, col senno di le madri, era gelosissima del figlio maschio e, come ri-
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poi, diventano sconvolgenti se si pensa che pochi mesi corda la Salomé, «desiderava tenerlo tutto per sé» .
dopo, in pieno inverno, Nietzsche, il solitario, abbracce- Una cosa era però il pettegolezzo fra conoscenti, altra
rà piangendo un cavallo picchiato dal suo cocchiere e tirar in ballo le famiglie. Nietzsche, dopo un timido ten-
con quest’atto, quasi simbolico, entrerà per sempre nelle tativo di fermare la sorella, scatenata nel suo odio ven-
tenebre. C’era un che di medianico nella natura di dicativo contro la rivale, si mise a scrivere una decina di
Nietzsche, cosa tanto più strana in una persona così lettere a Rée, diventato il bersaglio principale, in cui
cerebrale. Ma la sua vita non era forse cominciata con minacciava duelli e pistolettate. Ma non ebbe il coraggio
un sogno premonitore che annunciava la morte del fra- di spedirle. Agli amici dirà che temeva che Rée, a causa
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tellino Joseph? delle sue lettere, «potesse togliersi la vita» . Si illudeva
Fatta la pace col fratello, Elisabeth si ritenne autoriz- davvero: Rée, che era nel momento migliore della sua
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