Page 234 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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relazione  con  Lou,  felice  come  mai,  pensava  a  tutto
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                   fuorché  a  quello.  Sotto  la  violenta  pressione  di  Elisa-        c’era. «Infine ho dovuto mettermi a letto» confessa alla
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                   beth, Nietzsche si convinse invece a mandare una lettera               proprio fatto per l’inimicizia» .
                   al fratello di Rée, Georg, in cui accusava Paul di essere                Dal carteggio di questi giorni apprendiamo anche che
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                   «ipocrita,  falso,  calunniatore» ,  di  averlo  ingannato             Nietzsche si aspettava aiuto dagli amici e si lamentava,
                   sulle reali qualità della Salomé, definita «una scimmietta             almeno a quanto dice Elisabeth, «perché nessuno aveva
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                   rinsecchita, sporca, puzzolente, con i suoi seni finti» .              mosso un dito per condannare clamorosamente il rivol-
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                   In questo modo increscioso era finito, per una donna, il               tante comportamento di quei due» . Oppure accusava
                   legame con un amico cui un tempo aveva giurato: «Fin-                  gli amici di non averlo difeso dall’invadenza della sorel-
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                   ché sarò vivo, ci vorremo anche bene» .                                la. Insomma delegava infantilmente ad altri responsabi-
                      Spedita la lettera se ne spaventò però a morte per le               lità che erano esclusivamente sue, in una faccenda priva-
                   conseguenze che poteva avere. Scrive a Overbeck: «Mia                  tissima che riguardava solo lui. L’unica cosa che potero-
                   sorella vuole vendicarsi di quella russa – va bene – ma                no fare i pazientissimi Ida e Franz Overbeck, messi in
                   finora soltanto io sono stato vittima di tutto ciò che lei             mezzo, senza che lo desiderassero punto, a questa storia
                   ha fatto in questa faccenda. Lei non si rende conto che                tragicomica  e  patetica,  fu  di  avvertire  Elisabeth,  senza
                   siamo a un passo dallo spargimento di sangue e dalle più               successo, che col suo comportamento rischiava di com-
                   brutali possibilità – e quest’estate io vivo e lavoro come             promettere il già precario equilibrio nervoso del fratello.
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                   “uno che fa testamento”» . Cercò di calmare la sorella                   Nei  giudizi  su  Lou  Salomé  Nietzsche  oscillava  fra
                   che, incurante, rincarò ancora la dose di quella che per               opposti sentimenti. Da una parte Lou «rimane per me
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                   lei era «un’allegra, gagliarda guerra»  e arrivò a mano-               una  natura  di  prim’ordine...  non  ho  mai  incontrato
                   vrare per far espellere la Salomé dalla Germania. Aveva                nessuno così libero da pregiudizi, così intelligente e così
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                   perso completamente la testa. È vero che siamo nell’Ot-                preparato  per il mio pensiero» , dall’altra «per la sua
                   tocento,  ma  in  Germania  non  c’era  nessuna  legge  che            morale  pratica,  il  carcere  o  il  manicomio  potrebbero
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                   vietasse a due persone adulte di vivere “more uxorio”.                 essere i luoghi più adatti per lei» . In realtà Nietzsche
                   In  alternativa  Elisabeth  proponeva  come  “punizione                ammirava Lou, rappresentava tutto ciò che lui avrebbe
                   esemplare”  per  Rée  che  sposasse  la  Salomé.  Era  un              voluto essere e non era: spregiudicata, anticonformista,
                   delirio di onnipotenza e di cretinismo (Rée non avrebbe                antiborghese, libera, egoista senza farsene un problema
                   desiderato altro) in cui veniva fuori tutta la volgarità di            o una colpa. Era lei il vero “superuomo” di cui andava
                   Elisabeth Nietzsche, a cui, purtroppo per lui, il fratello             scrivendo  nello  Zarathustra.  E  se  non  era  proprio  un
                   in un primo tempo si associò.                                          “superuomo” aveva però almeno quelle palle che a lui
                      Intanto  però  viveva  nel  terrore.  A  Sils,  dove  si  era       mancavano. Lo riconoscerà qualche anno dopo quando,
                   rifugiato, come ogni estate, l’albergatore gli annunciò un             parlando del primo libro della Salomé, Alla ricerca di Dio,
                   giorno  l’arrivo  della  “famiglia  Rée”,  otto  persone  (in          scriverà: «Se certo non è l’eterno femminino che trae in
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                   realtà si trattava di altri Rée). A questa notizia il soldato          alto questa ragazza, sarà forse... l’eterno mascolino» .
                   esperto di sciabola e di mortai si precipitò fuori dall’al-              A poco a poco, lentamente, Nietzsche si rese conto di
                   bergo e, incurante della pioggia battente, corse alla sta-             essere  stato  volgarmente  strumentalizzato  dalla  sorella.
                   zione per prenotare un treno per Basilea che però non                  Scrive a Malwida: «Mi resta infine il compito assai in-




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