Page 179 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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pensò bene di ammalarsi subito anche lui. Scrive Köse-
quando si passava al suo terreno non poteva non render-
litz a Cäcilie: «Sono stufo di ascoltare i malati lamentarsi musicale aveva potuto scambiarlo per un mezzo genio,
tutto il giorno... Se un giorno o l’altro perdo la pazienza si conto dei limiti intellettuali dell’amico. In anni succes-
con questa vita da cani, me ne andrò da Venezia... e sivi lo avrebbe definito «un babbeo», «un inetto», «un
lascerò che i malati si prendano cura dei malati così ciocco». A lui, che avrebbe bramato avere intorno una
come si crede che i morti seppelliscano i morti. Tra schiera di “spiriti eletti”, era capitato in sorte un unico
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poco mi ammalerò anch’io...» . Pochi giorni dopo scri- discepolo, per di più non particolarmente intelligente
ve: «Qui piove quasi incessantemente. Come stia Nietz- anche se tanto prezioso.
sche, che è sensibile a ogni nuvola che appare in cielo, Erano ben altre le fonti cui avrebbe voluto abbeverar-
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puoi immaginartelo» . A settembre del 1880 riassume- si. Spesso gli torna, tormentoso, il pensiero dei Wagner,
va la sua esperienza con Nietzsche a Riva e a Venezia: Richard e Cosima. A gennaio aveva scritto a Malwida
«Non puoi immaginare che cosa io abbia sopportato... von Meysenbug: «Ha buone notizie dai Wagner? Sono
quante notti abbia giaciuto tentando invano di dormire, tre anni che non so più nulla di loro; anche quelli mi
e spesso pensando a ciò che era avvenuto durante il hanno abbandonato, e io sapevo da parecchio che Wa-
giorno, e vedendo che nulla avevo fatto per me e tutto gner, dal momento che avesse notato la divergenza fra le
per gli altri, mi prendeva una tale rabbia che mi contor- mie e le sue tendenze, non sarebbe più stato dalla mia
cevo e invocavo la morte e la dannazione su Nietzsche... parte... Io penso a lui con immutabile gratitudine, giac-
Poi, quando alle quattro o alle cinque del mattino ero ché gli debbo alcuni dei più vigorosi impulsi verso l’in-
riuscito finalmente a prender sonno, alle nove o alle dipendenza spirituale. La signora Wagner, Lei lo sa, è la
dieci Nietzsche veniva spesso a chiedermi se volevo suo- persona più simpatica che abbia mai incontrato nella
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nare Chopin per lui» . Fu quindi con un sospiro di mia vita. Ma io sono completamente inadatto per qual-
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sollievo che il 29 giugno Köselitz vide l’amico prendere siasi relazione e ancor meno per riallacciarne» .
il treno per Marienbad. Malwida si stupì: di Cosima si potevano dire molte cose
Tuttavia il periodo di Riva e di Venezia fu tutt’altro tranne che fosse simpatica. Quasi nello stesso periodo
che infruttuoso, almeno per Nietzsche. Qui scrisse e Wagner aveva scritto a Overbeck: «Che io mi decida
dettò a Köselitz una parte consistente degli aforismi che così tardi a risponderLe è dovuto, lo confesso aperta-
avrebbero fatto parte di Aurora, inoltre in questi mesi mente, al ricordo di Nietzsche. Come sarebbe possibile
lesse, con l’aiuto dell’amico, Spencer, Baumann, Mor- dimenticare questo amico che si è separato con tanta
tensen, cioè filosofia, e poi Stifter (L’estate di San Mar- violenza da me. Sebbene avessi già il presentimento che
tino, che gli aveva consigliato Rée), Stendahl, Balzac, Nietzsche, pur nel suo accordo con me, era dominato da
George Sand, De Musset, le lettere di Berlioz. uno spasimo che riguardava la vita dello spirito... Tutta-
A Venezia Nietzsche era stato relativamente bene, via devo anche accorgermi che non è possibile venire a
almeno rispetto ai mesi precedenti. Ma con l’arrivo del- capo di un processo psichico così violento... e non mi
l’estate aveva cominciato a soffrire il caldo e l’umido resta altro da fare che tacere costernato. Ma mi turba il
della città lagunare, ma soprattutto non sopportava più, fatto di essere così completamente escluso dal partecipa-
a sua volta, il pur tanto utile amico Köselitz che, a suo re alla vita e alle traversie di Nietzsche. Sarebbe indi-
dire, era un uomo troppo grossolano. Se sul piano screto da parte mia se la pregassi con tutto il cuore di
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