Page 175 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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sore precocemente pensionato, ancora molto giovane,
farsi compatire. Ma anche Overbeck e signora, che si
affetto da una misteriosa malattia, semicieco, nevrotico, ma, come tutti i nevrotici, tendeva a drammatizzarli e a
senza recapiti precisi, che scriveva libri che nessuno leg- fermarono tre giorni, furono uno stress per Nietzsche
geva. che passò quasi tutto il tempo a letto. La vista continua-
Dimessosi con la lettera a Carl Burckhardt-Burck- va a deteriorarsi, riteneva di averne perso i nove decimi
hardt, Nietzsche restò un solo giorno a Basilea. Alla ed era sicuro che sarebbe diventato completamente cie-
sorella, che lo aveva raggiunto e lo aiutava a ordinare i co. Eppure a Saint-Moritz, in quelle condizioni, conclu-
manoscritti e alcuni lavori preparatori, disse disperato: se Il viandante e la sua ombra che, trascritto in bella
«Cosa ci devo fare con questi quaderni: ben presto sarò copia da Köselitz, completerà la seconda parte di Uma-
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cieco o morto» . Voleva addirittura bruciarli, ma ci ri- no, troppo umano.
pensò. Il mattino dopo partì per la località termale di Nietzsche sta talmente male che a settembre Köselitz
Wiesen, vicino a Davos, nei Grigioni, lasciando alla so- apprende, a Venezia, che è moribondo e poco dopo un
rella il compito di sbaraccare la casa e a Overbeck quel- giornale berlinese diffonde la notizia della sua morte.
lo di amministrare la sua pensione e quella parte del suo Sono falsi allarmi, voci, che hanno però un sostrato di
patrimonio, assai modesta, che non rientrava nel lascito realtà: il giorno di Natale, che passa a Naumburg, con la
ereditario, altrettanto modesto, del padre, che era invece madre, ha un lungo svenimento e pochi giorni dopo è
affidato all’oculato banchiere Kurbitz di Naumburg. Da colto da una semiparalisi «che mi rende difficile parla-
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tempo Nietzsche, con la scusa che ci vedeva poco, aveva re» . Crede di poter morire da un momento all’altro. Sta
accollato al compiacente Overbeck la cura di quasi tutte infatti per entrare nel trentaseiesimo anno d’età, su cui
le sue incombenze finanziarie. aleggia lo spettro della morte di suo padre. Scrive
A Wiesen fu vittima di un mostruoso attacco durato l’“ultima lettera” ad alcuni amici. Ma non muore. Anzi,
settanta ore e poiché nemmeno nei giorni successivi le il suo aspetto fisico è ottimo e a Saint-Moritz ha fatto
cose migliorarono si spostò, dopo tre settimane, a Saint- passeggiate di oltre dieci ore senza accusare alcuna fati-
Moritz. Anche questo breve viaggio gli costò alcuni ca. La madre gli legge Gogol’, Lermontov, Poe, Twain.
giorni di letto, ma Saint-Moritz gli piacque moltissimo: A metà gennaio arriva Paul Rée, che si ferma una setti-
«Ora ho preso possesso dell’Engadina e sono come nel mana a Naumburg. Non si vedevano dai tempi di Sor-
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MIO elemento, è veramente miracoloso!» . Gli pareva rento. Anche Rée è malato di nervi, come Nietzsche, pur
che nell’aria di Saint-Moritz, cui si sentiva “affine”, i se in forma molto più blanda. Ma i disturbi sono gli
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suoi dolori fossero più sopportabili. Ma l’euforia durò stessi: emicrania e offuscamento della vista . Nietzsche
poco, gli attacchi ripresero impietosi e scrisse una lettera progetta di trasferirsi, con Rée o con qualcun altro o
così disperata a Overbeck («Quel che ti chiedo è davve- anche da solo, in Sicilia, in Sardegna, in Tunisia, in
ro una parola rincuorante, per lettera, di tanto in tan- Algeria e persino in Messico. Va invece a Riva del Gar-
to!... A volte penso che il prossimo inverno sarà l’ulti- da. Rée, che nel frattempo è ripartito per la tenuta pa-
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mo...» ), che l’amico e la moglie, nonostante detestasse- terna di Stibbe, invia, all’insaputa di Nietzsche, 250
ro cordialmente Saint-Moritz, lo andarono a trovare per franchi a Köselitz perché raggiunga Riva, faccia compa-
fargli un po’ di coraggio e capire come stavano realmen- gnia al malato e lo aiuti. Köselitz ci restò malissimo. Era
te le cose. Perché Nietzsche i disturbi li aveva sul serio, figlio di un piccolissimo imprenditore andato in malora
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