Page 181 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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 farmi  avere  qualche  notizia  del  nostro  amico?» .  Ma
                   sogni, molte invece incoraggianti e liete, e con nessuno
 basta  che  legga  Il  viandante  e  la  sua  ombra,  che  gli  è  non  è  mai  corsa  una  parola  cattiva,  neppure  nei  miei
 stato mandato dall’editore Schmeitzner, perché gli torni  forse ho mai riso tanto. Ma ormai è finita: e a che serve
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 l’incazzatura  e  parli  di  «nichilismo  ripugnante» .  Ag-  avere  ragione  in  parecchi  punti  contro  di  lui...  Sono  i
 giunge amaramente, col solito egocentrismo: «Solo per  sacrifici più duri che il processo della mia vita e del mio
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 liberarsi di me si abbandona a qualunque banalità» . E  pensiero ha richiesto da me; ancora oggi, dopo un’ora di
 ancora: «Quanto malvagio sia oggi il mondo lo si può  conversazione  simpatica,  con  persone  estremamente
 vedere  dal  fatto  che  uomini  come  Nietzsche,  che  pro-  estranee, tutta la mia filosofia può vacillare: mi sembra
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 mettono qualcosa, in esso diventano così presto malva-  così stolto voler avere ragione a costo dell’amore» .
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 gi» . Ma si chiede se non ha anche lui qualche colpa e,  Nietzsche  era  sempre  stato,  a  causa  del  carattere  e
 facendo ciò che non aveva mai fatto in vita sua, un’au-  della sua intima estraneità, cui si erano venuti ad aggiun-
 tocritica, ricorda «gli scoppi d’ira che offendevano tan-  gere  gli  handicap,  la  vista  e  una  salute  malferma,  un
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 to  Nietzsche» ,  la  scenataccia  per  il  Triumphlied  di  uomo  tendenzialmente  solitario,  anche  se  gli  sarebbe
 Brahms e quella volta «quando venne e non mangiò nul-  tanto piaciuto poter essere come tutti gli altri, ma adesso
 la con noi dicendo: sono vegetariano, e io gli risposi: Lei  la solitudine sta diventando palpabile, un fatto esteriore
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 è un asino» . Anche la fredda Cosima, che si è imposta  oltre che interiore, una condizione esistenziale, un desti-
 il silenzio e che cerca di depistare il discorso ogni volta  no. Viene ricacciato in se stesso e non gli resta che pen-
 che in casa cade su Nietzsche, ha un attimo di malinco-  sare, pensare e scrivere.
 nia  un  giorno  che  in  un  catalogo  trova  una  lettera  di  Ma se deve essere solo, allora lo sia fino in fondo.
 Hölderlin a Schiller e «ricordando che Hölderlin era il  Vuole  che  ciò  che  è  una  condanna  appaia  almeno
 favorito di Nietzsche leggo la lettera e la segnalo a Ri-  come una scelta. Così quando, dopo un viaggio disastro-
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 chard» . Il ricordo di quel ragazzo timido, beneducato,  so a Stresa, durante il quale è costretto a fermarsi quasi
 goffo e così straordinariamente intelligente, continuerà a  a ogni stazione, a Francoforte, a Heidelberg, in preda a
 opprimere  Wagner  fino  alla  morte.  Nell’agosto  del  violenti  attacchi,  nel  novembre  del  1880  si  stabilisce  a
 1882,  a  pochi  mesi  dall’infarto  che  lo  ucciderà,  incon-  Genova,  ordina  alla  sorella,  a  Köselitz,  a  Overbeck  di
 trando a Bayreuth Elisabeth, che vi era andata per assi-  non dare a nessuno il suo indirizzo o di dire che è a San
 stere al Parsifal, le confesserà: «Dica a suo fratello che  Remo. Precauzione inutile, e anche un po’ ridicola, per-
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 da quando si è allontanato da me, sono rimasto solo» .  ché nessuno lo cerca. Nietzsche, che conosce a fondo le
 Ma il tormento è un pendolo che oscilla perennemen-  proprie  contraddizioni,  scrive  negli  appunti:  «Ho  una
 te fra Bayreuth e Nietzsche, che, proprio nei mesi in cui  passione per l’indipendenza, le sacrifico ogni cosa – pro-
 Wagner si angustia e si chiede se non sia stato troppo  babilmente perché ho l’animo più dipendente del mon-
 rude, troppo poco sensibile con l’amico, scrive a Köse-  do e sono torturato dai minimi lacci più che altri dalle
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 litz: «Soffro orribilmente quando devo fare a meno della  catene... Io esilio me stesso» .
 simpatia e per esempio niente può compensare per me  Vive in una camera d’affitto, priva di riscaldamento,
 il fatto di aver perduto negli ultimi anni la simpatia di  gelida, in un inverno particolarmente rigido («Spesso le
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 Wagner. Quante volte sogno di lui, e sempre nello stile  mie membra gelano» ), senza compagnia, con contatti
 dei  nostri  rapporti  confidenziali  di  un  tempo!  Tra  noi  ridotti all’osso, e solo epistolari, con pochissime perso-




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