Page 186 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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discepoli» . E invece ogni nuovo libro era un fiasco
Otto Caspari, Saggio su causa ed effetto di Adolf Fick, La
peggiore del precedente. Scrive: «Se gli altri non mi poi opere filosofico-scientifiche (L’ipotesi di Thomson di
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procurano gioia, me la procurerò da solo» . È in questo forza di una concezione realmonistica del mondo di G.
periodo che Nietzsche comincia a perdere quella distan- Vogt) chiaramente finalizzate a suffragare l’intuizione
za critica e anche ironica dalla sua opera che aveva fino dell’“eterno ritorno” di cui però Nietzsche non arriverà
ad allora conservato. Il 14 agosto 1881 scrive a Gast: mai a fornire una spiegazione fisico-meccanica.
«Sul mio orizzonte sono sorte idee di cui non ho mai Ormai dà segni di insofferenza anche per Sils. Gli
visto l’uguale prima... Già alcune volte non ho potuto attacchi lo martoriavano e si sentiva come «una bestia
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lasciare la stanza per la ridicola ragione che avevo gli torturata» . Allora fece quello che aveva sempre fatto:
occhi infiammati. Perché? Perché avevo pianto troppe fuggì altrove, a Genova. «Per quanto mi sia difficile
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lacrime durante le mie passeggiate... non lacrime di sen- confessarmelo posso vivere ormai solo sul mare» .
timento, ma lacrime di gioia: mentre piangevo cantavo e Nella città ligure assiste alla Semiramide di Rossini, a I
dicevo assurdità, invaso da una nuova visione che sono Capuleti ed i Montecchi di Bellini e, soprattutto, alla Car-
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il primo di tutti gli uomini ad avere» . È l’inizio di men di Bizet, allora semisconosciuto, che lo esaltò, lo
quella autoesaltazione, alternata a periodi di profonda commosse, lo fece piangere. Nel corso degli anni ria-
depressione, che avrà il suo apice nell’ossessione autoin- scolterà la Carmen una ventina di volte, anche se nel
censatoria di Ecce homo per sfociare infine nel delirio. 1888 confiderà a Carl Fuchs, un mediocre compositore
Nella vita di tutti i giorni resta però l’uomo timido di con cui era in corrispondenza, che l’opera di Bizet non
sempre, maldestro e ignaro degli usi di mondo. Vuole è che gli piacesse davvero, se ne era solo servito come
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che Gast dedichi a Rée, come sorta di epitaffio del pa- «antitesi ironica» a Wagner nella sua annosa polemica
dre dell’amico, che è morto agli inizi dell’anno, la sua col compositore. «Non è soltanto una pura malignità se
composizione Scherzo, malizia e vendetta, un’opera buf- in questo scritto lodo Bizet a spese di Wagner», così
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fa. L’idea gli pare «indicibilmente fine» e «entusiasman- inizia la prefazione a Il caso Wagner .
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te» . Per fortuna non se ne fa nulla perché nessuno Naturalmente le emicranie non lo mollavano e ci fu
vuole pubblicare l’opera. A fine agosto scrive a Rée una anche un altro preoccupante svenimento. Come se non
lettera di condoglianze in cui dice tra l’altro: «Che bastasse si aggiunsero mal di denti e un dolore alla ve-
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splendido anno il 1881!» . Queste incredibili gaffe non scica che non se ne andava mai via. Il Natale, come di
sono casuali e non derivano solo da innata goffaggine. Il consueto, fu pessimo. Agli inizi di febbraio arrivò a
fatto è che Nietzsche, totalmente concentrato su se stes- dargli un po’ di vita Paul Rée. A parte un attacco che
so, non ha una vera attenzione agli altri. Nota Leslie ebbe all’arrivo dell’amico, durato qualche giorno, e uno
Chamberlain: «Già da giovane aveva scritto che gli altri alla sua partenza, Nietzsche stette abbastanza bene nel
erano come ombre nella sua caverna platonica. Lui solo mese che passarono insieme. Andarono a vedere Il bar-
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era reale» . biere di Siviglia di Rossini e la Dama delle camelie, inter-
A Sils aveva fatto anche delle letture importanti, sfor- pretato da Sarah Bernhardt, al Carlo Felice. La grande
zando gli occhi perché non c’era nessuno che potesse diva fu all’altezza della sua fama: durante il primo atto
aiutarlo: Spinoza innanzitutto. («Sono stupefatto, rapi- svenne, riprese dopo un’ora ma ebbe uno sbocco di
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to! Ho un precursore e che razza di precursore!» ), e sangue, cosa molto realistica e appropriata perché face-
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