Page 16 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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lato. Dietro le spesse lenti azzurre gli occhi grigioverdi,
Nietzsche: manca il bene di una descrizione, l’osservazio-
molto infossati, apparivano, a causa della pupilla molto bra. Poche cose sono così noiose come l’epistolario di
dilatata, scuri e colpivano per la loro fissità. Questa ne di un particolare, non ci sono immagini e i riferimenti
immobilità era data dalla fortissima miopia: vedendo al paesaggio, all’architettura, all’urbanistica, quando ci
poco o nulla del mondo circostante quegli occhi guarda- sono, appaiono convenzionali, libreschi, di seconda mano
vano verso l’interno. se non addirittura scentrati. Per lo stesso motivo Nietz-
Il portamento era di una solennità un po’ comica, sche non ebbe mai alcun interesse per le arti figurative.
pomposo, militaresco, rigido, il suo porgersi formale, La miopia lo escluse, quando era ragazzo, da ogni
compito, cerimonioso, affettato. Nietzsche era tutto sport di squadra e di destrezza. E se non amava stare in
fuorché un uomo disinvolto. C’era sempre in lui qualco- gruppo non era solo per timidezza e un senso di estra-
sa di enfatico e di leggermente sopra le righe anche se, neità che sentì sempre, fortissimo, ma anche perché per
nei rapporti personali, era di una singolare modestia. lui la folla era estremamente faticosa. C’era un impaccio
Era riservato e serio ma non musone. Quando si sentiva anche fisico a stare in mezzo alla gente. La formidabile
a suo agio – il che accadeva raramente, sempre in cer- capacità introspettiva di Nietzsche comincia dalla sua
chie ristrette, anzi preferibilmente a quattr’occhi – sape- miopia. Non potendo osservare, se non con moltissimi
va essere allegro. Rideva di cuore, d’un riso fanciullesco, limiti, il mondo esterno, guardava incessantemente den-
anche se un po’ trattenuto, privo di malizia. Era anche tro di sé. Non potendo prendere che parzialmente da ciò
un po’ mattacchione e gli piaceva fare degli scherzi, che lo circondava si alimentava di sé. Questo vivere di
scherzi, s’intende, da professore tedesco, innocenti ma sé, di pensiero, di letture, di libri, imbozzolato nel pro-
un po’ grevi e imbarazzanti che in genere divertivano prio io, lontanissimo dalla vita reale da cui attinge solo
solo lui. Perché Nietzsche, cosa abbastanza singolare qualche scheggia, spiega, in buona parte, le straordinarie
per un uomo della sua intelligenza, era quasi totalmente e sistematiche contraddizioni dell’uomo Nietzsche.
privo di sense of humour. Quello che, nei suoi scritti, è uno dei più grandi psi-
Non si può capire l’uomo Nietzsche, il suo atteggia- cologi di tutti i tempi, precursore della psicoanalisi, pa-
mento, il suo modo di essere, di stare al mondo e il suo dre putativo di Freud, nella vita d’ogni giorno è di una
stesso filosofare se non si tien conto, oltre che della mi- ingenuità imbarazzante, quasi ridicola.
steriosa malattia che lo perseguitò tutta la vita, della sua Il filosofo della “volontà di potenza”, che scrisse di
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miopia che, ereditata dal padre, lo accompagnò fin da sé: «Io non sono un uomo, sono dinamite» , era un uo-
ragazzo e lo condusse, in breve tempo, a una semi-cecità. mo mite, inoffensivo, innocuo.
Cominciò a portare gli occhiali appena dovette andare a Il predicatore della durezza verso se stessi era facilis-
scuola, a sei anni, e i valori della sua miopia salirono simo alla commozione e alle lacrime. Piange quando,
rapidamente a 13 e a 20 diottrie. Nel 1877, poco più che con Lou Salomé, ricorda i giorni lieti passati con i
trentenne, anche la retina risultò gravemente danneggiata. Wagner a Tribschen. E va bene. Ma piange anche quan-
Per strada non riconosceva le persone se non con grande do gli stessi ricordi affiorano con la molto meno coinvol-
fatica e a due passi di distanza. Per scrivere inforcava un gente Resa von Schirnhofer. Piange quando, dopo un
doppio paio di occhiali e usava una visiera verde per breve periodo passato insieme, accompagna la stessa
proteggere gli occhi dalla luce. Il suo habitat era la penom- Resa alla partenza. Piange quando ascolta la Carmen e
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