Page 11 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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e  di  svago,  il  nome  di  Friedrich  Nietzsche  vi  era  sco-
                                                                                          scrostate. Su questa desolazione troneggiava, incongrua,
                   nosciuto, cancellato, rimosso, proibito.                               lavano  pericolosamente  e  le  facciate  delle  case  erano
                      Un pomeriggio che, dopo aver suonato più volte inu-                 una sbiadita insegna del detersivo Persil. In seguito mi
                   tilmente al numero 18 della Weingarten a Naumburg, la                  avrebbero detto che a Röcken vivevano sette persone. Io
                   casa materna dove il filosofo aveva vissuto da ragazzo e               però non ne vidi nessuna. Durai fatica anche a rintrac-
                   vi era tornato folle, mi aggiravo davanti a quell’edificio             ciare la tomba di Nietzsche benché sapessi che doveva
                   così carico di echi, una vecchia mi fece cenno al di là del            essere a fianco della canonica dove suo padre era stato
                   vetro di una finestra al pianterreno e, dopo che mi fui                pastore.  Me  la  trovai  davanti  quasi  d’improvviso:  un
                   avvicinato, cautamente la aprì e, guardando con circo-                 possente lastrone di marmo nero in mezzo ad altri due,
                   spezione a destra e a sinistra della strada, per accertarsi            dello stesso colore e dimensioni, che presunsi fossero le
                   che nessuno ci vedesse, mi mostrò dei giornali ingialliti              tombe della madre e della sorella perché le scritte, incise
                   con fotografie di Nietzsche e dei suoi familiari e alcuni              nella  pietra,  erano  quasi  completamente  cancellate  e
                   oggettini  fra  cui  mi  colpirono  parecchie  grosse  matite          nascoste dalle felci e dalle erbacce che coprivano i tre
                   d’ogni colore che, a suo dire, erano appartenute all’au-               tumuli.
                   tore dello Zarathustra.                                                  Strappai una foglia di felce, la misi nel mio Zarathu-
                      Tutte quelle precauzioni erano probabilmente inutili.               stra e pensai che, a parte l’accostamento con la madre e
                   Alla  frontiera  i  vopos  avevano  quasi  smontato  la  mia           la sorella Elisabeth delle quali in Ecce homo aveva detto
                   macchina,  sequestrato  L’uomo  a  una  dimensione  di                 cose  tremende,  Nietzsche  sarebbe  stato  probabilmente
                   Marcuse, ma lasciato tranquillamente passare alcuni li-                contento di quella sistemazione. Perché rispecchiava fe-
                   bri  di  Nietzsche  che  mi  ero  portato  dietro.  Non  per           delmente il disconoscimento, l’abbandono, la solitudine
                   benevolenza,  ma  per  ignoranza.  Come  nel  1984  di                 in cui aveva vissuto.
                   Orwell le parole “proibite” vengono espunte dai dizio-                   Quando,  nella  primavera  del  2001,  per  completare
                   nari e dalla “neolingua”, perché abolendo il significante              questa biografia sono tornato a Röcken, trovai che tutto,
                   si perda la cognizione anche del significato, così il nome             come  avevo  pensato  e  in  un  certo  senso  temuto,  era
                   di  Nietzsche,  pensatore  “maledetto”  perché  ritenuto               cambiato. Röcken è sempre sprofondato nella Germania
                   precursore del nazismo, a furia di essere interdetto ave-              più  remota  e  i  contadini  della  zona,  di  Ellerbach,  di
                   va finito per essere cancellato dalla memoria e dalla sto-             Schweßwitz, di Bothfeld, hanno ancora l’abitudine, en-
                   ria  e  quasi  nessuno  in  Germania  Est  sapeva  che  fosse          trando  in  una  taverna  o  uscendone,  di  avvicinarsi  al
                   esistito  un  filosofo  di  tal  nome  cresciuto  proprio  nel         tavolo del forestiero, che sta bevendo o mangiando, e di
                   cuore della Prussia.                                                   battere con le nocche dure un colpo sul legno, in segno
                      Ne ebbi conferma quando mi recai a Röcken, minu-                    di  rude,  e  un  poco  minaccioso,  saluto.  Ma  adesso  già
                   scolo villaggio agricolo della Germania profonda, dove                 sulla  provinciale  un  nitido  cartello  in  caratteri  gotici
                   Nietzsche nacque ed è sepolto. Il paese aveva l’aria di                annuncia:  «Röcken  città  natale  e  dell’ultimo  riposo  di
                   essere  completamente  abbandonato.  Molte  abitazioni                 Friedrich Nietzsche».
                   presentavano le orbite nere e vuote delle finestre prive                 Il paesino è stato giudiziosamente riassestato, i muri
                   di  vetri,  c’erano  porte  mezzo  scardinate  e  spalancate           intonacati, le strade asfaltate, ci sono le automobili, ed è
                   sulle polverose strade di terra battuta, cornicioni penzo-             stato lastricato un percorso pedonale che conduce a un




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