Page 7 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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lezioni che Antonio Banfi tenne all’Università di Milano
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                   negli anni Trenta, avendo la tempra di dare di Nietzsche,              stesso. Non parlo mai alle masse: ho una paura spaven-
                   in pieno fascismo e col nazismo alle porte, una lettura                  Credo quindi di aver maturato, anche grazie a Nietz-
                   non “di destra”, alle opere di Mann, di Bataille, di Ca-               sche, la sufficiente distanza critica, un recul come dicono
                   mus,  di  Kaufmann,  di  Klossowski,  di  Deleuze,  di  Lou            i francesi, per osservare con la freddezza necessaria l’og-
                   Andreas-Salomé,  di  Wolf,  di  Fink,  fino  ai  più  recenti          getto del mio interesse, senza farne un “eroe” e un mito,
                   interpreti di casa nostra, Remo Cantoni, Massimo Cac-                  com’è  stato  quasi  sempre  visto  dai  suoi  ammiratori  di
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                   ciari, Gianni Vattimo . Ho ripercorso le tappe dell’esi-               destra , né un “mostro”, com’è stato quasi sempre vis-
                                                                                                       14
                   stenza di Nietzsche, sono stato a Röcken, dove nacque,                 suto a sinistra , ma collocandolo nella sua reale dimen-
                   a  Naumburg,  in  quella  Weingartenstraße  18  dove  tra-             sione d’uomo, col suo genio doloroso ma anche con le
                   scorse parte dell’adolescenza e tornò da folle, a Pforta               sue grandi debolezze, le viltà, la quasi incredibile goffag-
                   dove  frequentò  il  prestigioso  e  rigorosissimo  liceo,  a          gine,  le  enormi  e  stridenti  contraddizioni  fra  ciò  che
                   Lipsia e Bonn dove fece l’università, a Basilea dove in-               dice e predica e ciò che è.
                   segnò per dieci anni filologia classica, nelle stradine di               Ma questo non vuol dire ancora nulla. Affrontare il
                   Genova, di Rapallo, di Nizza dove visse randagio, nella                racconto di una esistenza che è stata quasi esclusivamen-
                   stanzetta di Sils-Maria, addossata alla roccia, dove, dal              te interiore, e quindi, necessariamente, sul filo sottile e
                   1881, passava le estati, in val di Fex dove faceva inter-              insidioso dell’interpretazione psicologica se non addirit-
                   minabili  passeggiate  durante  le  quali  elaborava  il  suo          tura psicoanalitica, che è proprio quanto ci ha insegnato
                   pensiero, nell’abitazione di via Carlo Alberto 6, a Tori-              lo stesso Nietzsche quando afferma che «il prodotto del
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                   no, nella piazza sottostante e in via Po, che furono teatro            filosofo è innanzitutto la sua vita» , è cosa da far trema-
                   della drammatica esplosione della sua follia, a Weimar                 re  i  polsi  a  chiunque.  Quando  una  ventina  d’anni  fa
                   dove morì demente e dove c’è l’Archivio Goethe-Schiller                proposi  una  biografia  del  genere  a  Mario  Spagnol,  mi
                   in cui sono conservati i suoi manoscritti e la sua biblio-             guardò come se fossi matto e, mentre il labbro inferiore
                   teca, e ho trascorso lunghe ore a parlare, nella sua bella             gli si piegava in una smorfia che mi parve di disprezzo,
                   casa di Fiesole, con Giorgio Colli che, insieme a Mazzino              replicò:  «Ma  questa  è  l’opera  di  una  vita!».  Probabil-
                   Montinari, è stato il curatore della fondamentale edizio-              mente aveva ragione. Allora, forse, ero troppo giovane
                   ne critica dell’opera omnia pubblicata da Adelphi.                     per un’impresa del genere. Oggi, purtroppo, non più.
                      Non  sono però un  nicciano di  stretta osservanza  né
                   un  cultore  della  sua  personalità.  Del  resto  lo  stesso                                                          ..
                   Nietzsche ha ammonito: «Non è assolutamente necessa-                   Febbraio 2002
                   rio,  e  neppure  desiderato,  prendere  partito  per  me:  al
                   contrario, una dose di curiosità, come dinanzi a un frut-
                   to  strano,  con  un’ironica  opposizione,  mi  sembra  un
                   partito  di  gran  lunga  più  intelligente  nei  miei  riguar-          1
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                   di» . E anche: «Si ripaga male un maestro se si rimane                 p. 7. R.  Cantoni,  prefazione  a  Così  parlò  Zarathustra,  Mursia  1965,
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                   sempre allievi» . E ancora, con la consueta preveggen-                   2  «Mi si è chiarito poco per volta che cosa è stato fino ad oggi
                   za: «Penso di essere troppo malizioso per credere in me                ogni grande filosofia: l’autoconfessione, cioè, del suo autore, nonché



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