Page 8 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 8

lezioni che Antonio Banfi tenne all’Università di Milano
                   tosa che un giorno mi facciano santo» .
                                                       12
 negli anni Trenta, avendo la tempra di dare di Nietzsche,  stesso. Non parlo mai alle masse: ho una paura spaven-
 in pieno fascismo e col nazismo alle porte, una lettura  Credo quindi di aver maturato, anche grazie a Nietz-
 non “di destra”, alle opere di Mann, di Bataille, di Ca-  sche, la sufficiente distanza critica, un recul come dicono
 mus,  di  Kaufmann,  di  Klossowski,  di  Deleuze,  di  Lou  i francesi, per osservare con la freddezza necessaria l’og-
 Andreas-Salomé,  di  Wolf,  di  Fink,  fino  ai  più  recenti  getto del mio interesse, senza farne un “eroe” e un mito,
 interpreti di casa nostra, Remo Cantoni, Massimo Cac-  com’è  stato  quasi  sempre  visto  dai  suoi  ammiratori  di
                         13
 9
 ciari, Gianni Vattimo . Ho ripercorso le tappe dell’esi-  destra , né un “mostro”, com’è stato quasi sempre vis-
                                14
 stenza di Nietzsche, sono stato a Röcken, dove nacque,  suto a sinistra , ma collocandolo nella sua reale dimen-
 a  Naumburg,  in  quella  Weingartenstraße  18  dove  tra-  sione d’uomo, col suo genio doloroso ma anche con le
 scorse parte dell’adolescenza e tornò da folle, a Pforta  sue grandi debolezze, le viltà, la quasi incredibile goffag-
 dove  frequentò  il  prestigioso  e  rigorosissimo  liceo,  a  gine,  le  enormi  e  stridenti  contraddizioni  fra  ciò  che
 Lipsia e Bonn dove fece l’università, a Basilea dove in-  dice e predica e ciò che è.
 segnò per dieci anni filologia classica, nelle stradine di  Ma questo non vuol dire ancora nulla. Affrontare il
 Genova, di Rapallo, di Nizza dove visse randagio, nella  racconto di una esistenza che è stata quasi esclusivamen-
 stanzetta di Sils-Maria, addossata alla roccia, dove, dal  te interiore, e quindi, necessariamente, sul filo sottile e
 1881, passava le estati, in val di Fex dove faceva inter-  insidioso dell’interpretazione psicologica se non addirit-
 minabili  passeggiate  durante  le  quali  elaborava  il  suo  tura psicoanalitica, che è proprio quanto ci ha insegnato
 pensiero, nell’abitazione di via Carlo Alberto 6, a Tori-  lo stesso Nietzsche quando afferma che «il prodotto del
                                                  15
 no, nella piazza sottostante e in via Po, che furono teatro  filosofo è innanzitutto la sua vita» , è cosa da far trema-
 della drammatica esplosione della sua follia, a Weimar  re  i  polsi  a  chiunque.  Quando  una  ventina  d’anni  fa
 dove morì demente e dove c’è l’Archivio Goethe-Schiller  proposi  una  biografia  del  genere  a  Mario  Spagnol,  mi
 in cui sono conservati i suoi manoscritti e la sua biblio-  guardò come se fossi matto e, mentre il labbro inferiore
 teca, e ho trascorso lunghe ore a parlare, nella sua bella  gli si piegava in una smorfia che mi parve di disprezzo,
 casa di Fiesole, con Giorgio Colli che, insieme a Mazzino  replicò:  «Ma  questa  è  l’opera  di  una  vita!».  Probabil-
 Montinari, è stato il curatore della fondamentale edizio-  mente aveva ragione. Allora, forse, ero troppo giovane
 ne critica dell’opera omnia pubblicata da Adelphi.  per un’impresa del genere. Oggi, purtroppo, non più.
 Non sono  però  un  nicciano  di stretta  osservanza  né
 un  cultore  della  sua  personalità.  Del  resto  lo  stesso     ..
 Nietzsche ha ammonito: «Non è assolutamente necessa-  Febbraio 2002
 rio,  e  neppure  desiderato,  prendere  partito  per  me:  al
 contrario, una dose di curiosità, come dinanzi a un frut-
 to  strano,  con  un’ironica  opposizione,  mi  sembra  un
 partito  di  gran  lunga  più  intelligente  nei  miei  riguar-  1
 10
 di» . E anche: «Si ripaga male un maestro se si rimane  p. 7. R.  Cantoni,  prefazione  a  Così  parlò  Zarathustra,  Mursia  1965,
 11
 sempre allievi» . E ancora, con la consueta preveggen-  2  «Mi si è chiarito poco per volta che cosa è stato fino ad oggi
 za: «Penso di essere troppo malizioso per credere in me  ogni grande filosofia: l’autoconfessione, cioè, del suo autore, nonché



 12                                         13





           0040.testo.indd   13                                     30-11-2009   12:13:10
   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13