Page 14 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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piccolo museo, dove peraltro c’è poco o nulla a parte un
 livre d’honneur con firme di visitatori che vengono dal
 resto d’Europa, dal Giappone, dal Messico, dagli Stati
 Uniti  e  da  tutto  il  mondo;  a  un  gruppo  funerario  di  UN UOMO SENZA
 gesso  bianco  di  incomparabile  kitsch,  dove  un  doppio
 Nietzsche, completamente nudo che si copre le puden-
 da  con  un  cappello,  guarda  se  stesso  al  braccio  della
 madre, ricalco di una celebre fotografia del 1891, quan-
 do il filosofo era già pazzo; e alle tombe, che ora, ripu-
 lite,  risultano  di  marmo  rosa  e  che  mi  sono  sembrate,
 forse  per  il  colore,  più  piccole  e  modeste  di  come  le
 ricordavo. La tomba di Nietzsche è la prima da sinistra  Com’era  Nietzsche  nella  maturità,  intorno  ai  suoi
 e  non  al  centro,  come  avevo  pensato  e  come  uno  si  quarant’anni?  Facciamocelo  descrivere  da  una  donna,
 aspetterebbe, perché Elisabeth, morta trentacinque anni  più attenta, in genere, ai dettagli, e da una che lo conob-
 dopo  il  fratello,  volle  riservare  a  sé  quella  posizione.  be  da  vicino,  Lou  Andreas-Salomé:  «All’osservatore
 Sulla destra c’è il padre, mentre la madre è relegata in  frettoloso la sua figura non presentava nulla che desse
 un loculo sistemato sopra la tomba del marito. Al posto  nell’occhio: l’uomo di media statura, dagli abiti estrema-
 delle erbacce ci sono dei giardinetti di fiori, ben ordinati  mente semplici, ma anche estremamente curati, dai tratti
 e recintati, una rosa rossa fresca è posata sulla tomba del  distesi e dai capelli castani pettinati all’indietro, poteva
 filosofo, trattenuta da un cordolo di ferro perché il ven-  facilmente passare inosservato. Il contorno della bocca,
 to, o qualcuno, non se la porti via, e c’è una panchina  sottile e quanto mai espressivo, veniva quasi interamente
 per  chi,  dopo  essersi  raccolto,  voglia  sostare.  Tutto  è  nascosto  dai  grossi  baffi  pettinati  in  avanti,  aveva  una
 molto lindo, molto “propre”, molto decoroso e non ha  risata  sommessa,  un  modo  di  parlare  senza  fragore,
 nulla  a  che  vedere  con  la  selvaggia  e  impressionante  un’andatura cauta e meditabonda con le spalle che un
 solitudine di un tempo. Eppure nemmeno questa siste-  po’ si incurvavano; era difficile immaginare un uomo del
 mazione, come l’altra, gli fa torto. Perché se Nietzsche,  genere in mezzo a una folla: portava su di sé il segno di
 come filosofo, fu il sofferente testimone e nunzio della  chi resta in disparte, di chi sta da solo. Di incomparabile
 crisi di un’epoca, il profeta della rivolta contro il mondo  bellezza e di tale nobiltà di forma da attirare involonta-
 moderno,  il  dinamitardo  dell’ordine  costituito,  fino  a  riamente lo sguardo erano invece le mani... Il contegno
 pagare la sua ribellione intellettuale con un atroce isola-  suscitava  l’impressione  di  segretezza  e  di  riservatezza.
 mento, che non volle ma che subì con la mansuetudine  Nella vita di ogni giorno era di una grande cortesia e di
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 con cui un bove viene portato al macello, come uomo  una mitezza quasi femminile» .
 rimase  sempre,  e  fino  all’ultimo,  un  borghese  piccolo  Di corpo era tarchiato, atticciato, pesante senza essere
 piccolo.          grasso, per nulla agile. Il viso era pieno, di colorito roseo
                   un  po’  da  putto.  Aveva  una  bella  voce,  musicale,  pro-
                   fonda,  dolce.  Sotto  la  fronte  amplissima  un  pince-nez
                   con la montatura dorata sormontava il naso ben model-




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