Page 15 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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lato. Dietro le spesse lenti azzurre gli occhi grigioverdi,
                                                                                          Nietzsche: manca il bene di una descrizione, l’osservazio-
                   molto infossati, apparivano, a causa della pupilla molto               bra.  Poche  cose  sono  così  noiose  come  l’epistolario  di
                   dilatata,  scuri  e  colpivano  per  la  loro  fissità.  Questa        ne di un particolare, non ci sono immagini e i riferimenti
                   immobilità  era  data  dalla  fortissima  miopia:  vedendo             al  paesaggio,  all’architettura,  all’urbanistica,  quando  ci
                   poco o nulla del mondo circostante quegli occhi guarda-                sono, appaiono convenzionali, libreschi, di seconda mano
                   vano verso l’interno.                                                  se non addirittura scentrati. Per lo stesso motivo Nietz-
                      Il  portamento  era  di  una  solennità  un  po’  comica,           sche non ebbe mai alcun interesse per le arti figurative.
                   pomposo,  militaresco,  rigido,  il  suo  porgersi  formale,             La  miopia  lo  escluse,  quando  era  ragazzo,  da  ogni
                   compito,  cerimonioso,  affettato.  Nietzsche  era  tutto              sport di squadra e di destrezza. E se non amava stare in
                   fuorché un uomo disinvolto. C’era sempre in lui qualco-                gruppo non era solo per timidezza e un senso di estra-
                   sa di enfatico e di leggermente sopra le righe anche se,               neità che sentì sempre, fortissimo, ma anche perché per
                   nei  rapporti  personali,  era  di  una  singolare  modestia.          lui la folla era estremamente faticosa. C’era un impaccio
                   Era riservato e serio ma non musone. Quando si sentiva                 anche fisico a stare in mezzo alla gente. La formidabile
                   a suo agio – il che accadeva raramente, sempre in cer-                 capacità  introspettiva  di  Nietzsche  comincia  dalla  sua
                   chie ristrette, anzi preferibilmente a quattr’occhi – sape-            miopia. Non potendo osservare, se non con moltissimi
                   va essere allegro. Rideva di cuore, d’un riso fanciullesco,            limiti, il mondo esterno, guardava incessantemente den-
                   anche se un po’ trattenuto, privo di malizia. Era anche                tro di sé. Non potendo prendere che parzialmente da ciò
                   un  po’  mattacchione  e  gli  piaceva  fare  degli  scherzi,          che lo circondava si alimentava di sé. Questo vivere di
                   scherzi,  s’intende,  da  professore  tedesco,  innocenti  ma          sé, di pensiero, di letture, di libri, imbozzolato nel pro-
                   un  po’  grevi  e  imbarazzanti  che  in  genere  divertivano          prio io, lontanissimo dalla vita reale da cui attinge solo
                   solo  lui.  Perché  Nietzsche,  cosa  abbastanza  singolare            qualche scheggia, spiega, in buona parte, le straordinarie
                   per un uomo della sua intelligenza, era quasi totalmente               e sistematiche contraddizioni dell’uomo Nietzsche.
                   privo di sense of humour.                                                Quello che, nei suoi scritti, è uno dei più grandi psi-
                      Non si può capire l’uomo Nietzsche, il suo atteggia-                cologi di tutti i tempi, precursore della psicoanalisi, pa-
                   mento, il suo modo di essere, di stare al mondo e il suo               dre putativo di Freud, nella vita d’ogni giorno è di una
                   stesso filosofare se non si tien conto, oltre che della mi-            ingenuità imbarazzante, quasi ridicola.
                   steriosa malattia che lo perseguitò tutta la vita, della sua             Il  filosofo  della  “volontà  di  potenza”,  che  scrisse  di
                                                                                                                                  2
                   miopia che, ereditata dal padre, lo accompagnò fin da                  sé: «Io non sono un uomo, sono dinamite» , era un uo-
                   ragazzo e lo condusse, in breve tempo, a una semi-cecità.              mo mite, inoffensivo, innocuo.
                   Cominciò a portare gli occhiali appena dovette andare a                  Il predicatore della durezza verso se stessi era facilis-
                   scuola,  a  sei  anni,  e  i  valori  della  sua  miopia  salirono     simo  alla  commozione  e  alle  lacrime.  Piange  quando,
                   rapidamente a 13 e a 20 diottrie. Nel 1877, poco più che               con  Lou  Salomé,  ricorda  i  giorni  lieti  passati  con  i
                   trentenne, anche la retina risultò gravemente danneggiata.             Wagner a Tribschen. E va bene. Ma piange anche quan-
                   Per strada non riconosceva le persone se non con grande                do gli stessi ricordi affiorano con la molto meno coinvol-
                   fatica e a due passi di distanza. Per scrivere inforcava un            gente  Resa  von  Schirnhofer.  Piange  quando,  dopo  un
                   doppio  paio  di  occhiali  e  usava  una  visiera  verde  per         breve  periodo  passato  insieme,  accompagna  la  stessa
                   proteggere gli occhi dalla luce. Il suo habitat era la penom-          Resa alla partenza. Piange quando ascolta la Carmen e




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